“In una terra privata di tutto, dove si passa facilmente dal lavoro alla speranza, dai servizi alla rassegnazione, l’isolamento è la classica ciliegina sulla torta.” Inizia con questa amara considerazione, lo sfogo che raccogliamo dalla diretta voce del signor Vittorio, uno dei pendolari (e meno male che ce ne sono ancora) che ogni giorno si spostano dalla nostra comunità per raggiungere, chi verso nord, chi verso giù, il proprio posto di lavoro o l’istituto scolastico che frequentano. Da qualche mese, ormai, lui e altri “colleghi” di sventura, stanno conducendo una (purtroppo) inascoltata battaglia contro l’atteggiamento a dir poco vessatorio che aziende statali o quasi, come per esempio Trenitalia, stanno tenendo verso questo bistrattato territorio crotonese. Nello specifico si parla di tagli (ulteriori, in attesa dei DEFINITIVI) ai treni, il cui nuovo orario, entrato in vigore a metà dicembre scorso, vede soppresse proprio le corse mattutine e serali che riguardavano i pendolari in questione. Né di mattina, come ad esempio lo storico treno delle 6,58 (in pratica il regionale Sibari-Catanzaro), né sera, ci sarebbe possibilità di spostarsi o rientrare in orari UMANI, dalla stazione ferroviaria di Crucoli. “Stiamo assistendo, in questi mesi, – dice il nostro interlocutore – ad uno scenario avvilente: le ferrovie che tagliano le fermate, comuni popolosi, punto di riferimento del rispettivo entroterra, vengono privati della fermate, creando disagi ai pendolari e a tutti quei cittadini, che per qualsiasi bisogno, hanno necessità di spostarsi. Comuni come Mirto Crosia, Crucoli, Melissa, Strongoli, Botricello, Cutro, Cropani e altri si sono viste togliere, nelle ore cruciali della giornata, la possibilità di prendere il treno, vale a dire da Sibari a Catanzaro tra le sei e le nove di mattina, e tra Catanzaro e Sibari, dopo le 15.30, non c’è nessun convoglio in sosta nelle medesime stazioni. In queste condizioni i pendolari che abitano in questi comuni non hanno possibilità di prendere il treno né di ritornare.”
Quanto a Crucoli, si parla ormai in termini di ultimo paese già con la provincia di Catanzaro ed oggi, in termini di isolamento, ultimo paese della provincia di Crotone, nonostante sia attraversata sia delle ferrovie che dalla statale 106. “Nel pomeriggio – spiega Vittorio – nessun autobus va o viene da Crotone, il capolinea è a Cirò Marina, come se la provincia terminasse a Punta Alice e perché evidentemente siamo terra di nessuno, zona franca, ma solo per cose negative. Eppure allungare il capolinea a Crucoli Torretta non ci pare ostacolo insuperabile.” A pensar male si fa peccato, secondo un andreottiano detto di vecchia data, ma come si fa, disponendo di linee ferroviarie funzionanti, di stazioni recentemente ristrutturate (e con costi che superano sempre alcune centinaia di migliaia di euro, oltre che di personale disponibile, a ridurre treni e fermate? “E d’altro canto – prosegue il nostro concittadino – è sotto gli occhi di tutti quella pletora (termine raffinato per dire sovrabbondanza, n.d.r.) di autobus che invadono ogni centro abitato con le loro soste passeggeri, tranne Crucoli, ed intasano in special modo la 106, già intasata oltre ogni limite. Dov’è la scelta ecologica da parte delle autorità? O la scelta è dovuta ad altre ragioni che a noi comuni mortali sfuggono?” Qualcuno, tra i pendolari, butta giù il motivato sospetto che ormai i trasporti, essendo diventati sostanzialmente privati, mirano solo al guadagno e che Crucoli e altri comuni similari non hanno utenze significative. “Ma niente è più sbagliato, – dice Vittorio – per due motivi in particolare: per prima cosa i servizi di trasporto sono privati, ma lavorano con soldi erogati con molta generosità dalla Regione Calabria e sono soldi pubblici, e se sono soldi pubblici devono garantire il servizio nell’arco della giornata, perché sono un servizio al cittadino, indipendentemente se il servizio è lucrativo o meno; secondo, non è vero che non c’è utenza, ci sono i pendolari che devono arrabattarsi per raggiungere il posto di lavoro e nel contempo preoccuparsi di come poter ritornare, così come ci sono i viaggiatori occasionali costretti a utilizzare i mezzi propri per mancanza di quelli pubblici.” Nel frattempo, si apprende in queste ore che i comuni di Mirto Crosia e Botricello hanno avuto parziale ripristino alcune fermate dei treni, mentre comuni come Crucoli sono rimasti al palo: “C’è da supporre – conclude Vittorio – che le amministrazioni di quei comuni si sono mosse con determinazione ed infatti hanno ottenuto dei risultati, mentre evidentemente all’Amministrazione del Comune di Crucoli il problema interessa poco o niente.”