La Calabria è la terza regione d’Italia per numero di minacce e di intimidazioni mafiose e criminali nei confronti degli amministratori locali e di persone che operano all’interno della Pubblica Amministrazione. Cosenza è addirittura la terza provincia d’Italia. Questi i dati che emergono dal Rapporto che Avviso Pubblico redige dal 2010. Oltre a riportare i dati, il Rapporto analizza il fenomeno nella sua complessità, individuando le Regioni e le Province più colpite e distinguendo le intimidazioni e le minacce per tipologia, attraverso una dettagliata analisi, supportata anche da grafici e da pareri degli esperti. A livello regionale, il primato per il 2014 spetta alla Sicilia: 70 casi, pari al 20% del totale, seguita dalla Puglia (54), Calabria e Campania, entrambe con 52 casi. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ad una provincia campana, quella di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), per concludere con quella di Foggia (15 casi). Per quanto riguarda le altre province della Calabria: Reggio Calabria (12 casi), Vibo Valentia (10 casi), Crotone (6 casi) e Catanzaro (5 casi). Sono i sindaci, nel 47% dei casi, seguiti dagli assessori (25%) e dai consiglieri (19%) – in particolare, i capigruppo di forze politiche – per finire con i vice sindaci (5%) e i presidenti e vice presidenti dei consigli comunali, i più bersagliati dalle minacce della criminalità.
GLI EPISODI IN CALABRIA – Il rapporto elenca i vari episodi nella nostra regione: si rammentano i casi del Sindaco e di alcuni Assessori di Amantea a cui sono state recapitate buste contenenti proiettili; quello del Sindaco di Benestare a cui è stata bruciata l’auto di proprietà e quelle della sorella e del padre; quello del Consigliere ed ex Assessore di Cessaniti, a cui sono stati sparati colpi di pistola contro l’abitazione e lo scorso anno è stata bruciata una casa; quello dell’Assessore di Gioia Tauro, a cui sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro l’abitazione e gli è stata bruciata una barca; quelli del Sindaco, vice Sindaco e assessore di Marano Marchesato a cui sono state bruciate le auto, sono state inviate lettere con proiettili, da parte di persone collegate alla ‘ndrangheta; quello, infine, del Sindaco di S. Giovanni in Fiore, oggetto di un tentativo di furto e al quale, negli ultimi anni, sono stati tagliati più volte gli pneumatici dell’auto, svitati i bulloni delle ruote, bruciata la casa di campagna, messa a soqquadro quella della madre. Nel mirino sono finiti anche alcuni candidati alle elezioni amministrative, come ad esempio, a Belvedere Marittimo, e un proiettile è stato trovato avvolto in una scheda elettorale nel Comune di Careri, dove alle elezioni si è presentata solo una lista. In Calabria, inoltre, si è fatto uso di ordigni esplosivi, come a Diamante; sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro le abitazioni (Cessaniti, Gioia Tauro e Mendicino) e le auto (Ferruzzano); sono stati incendiati dei beni confiscati (Bovalino). In Provincia di Reggio Calabria è stato minacciato un commissario prefettizio che amministrava il Comune capoluogo sciolto per mafia nonchè il Presidente del Parco Aspromonte. Proiettili davanti casa del sindaco di Isola Capo Rizzuto.
I RESPONSABILI – Un altro dato è la ripetitività degli atti di intimidazione e di minaccia. Quando le autorità competenti sono riuscite a rintracciare dei responsabili, si è trattato per lo più di persone che vivevano condizioni di vita particolari, ad esempio, di disoccupati o persone che hanno perso il lavoro e non riescono a ricollocarsi, persone che chiedono sussidi pubblici, tossicodipendenti, persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio, pregiudicati, sorvegliati speciali, soggetti che nutrono un sentimento di odio verso migranti o nomadi. A minacciare, in certi casi, sono stati anche dipendenti pubblici – o di imprese che avevano appalti con i Comuni – nei confronti dei quali si stavano per prendere, o sono stati presi, dei provvedimenti disciplinari. Minoritarie sono risultate le situazioni in cui è stato accertato, o è possibile ipotizzare, l’intervento di personaggi legati al mondo mafioso.