Stamani presso la Casa della Cultura, la cooperativa Bioagrizoo, il Comune di Crotone, assessorato alle Attività produttive, di concerto con la sezione provinciale della Lilt, Lega tumori, hanno presentato alla stampa un importante progetto di sostegno e riabilitazione psicologica in soggetti oncologici denominato “Cascina Lilt”. Il progetto, che è frutto della sinergia con Apz, ASP, fattoria didattica Al Vituso, Gal Kroton, Slowfood Crotone, è rivolto a 10 pazienti oncologici, dai 20 anni in su, in fase di riabilitazione. “Si tratta di un progetto innovativo nel nostro territorio – ha spiegato Damiano Falco, presidente della sezione provinciale della Lilt – la pet therapy è utilizzata con successo, come supporto nei percorsi di guarigione dei pazienti oncologici, in molti ospedali americani e sta prendendo piede anche in Italia”. “Di solito – ha continuato Giuliana Spagnolo, coordinatrice del progetto della Lilt – vengono utilizzati animali da compagnia. Noi metteremo in campo un progetto sperimentale e unico nel suo genere. L’idea di baee è che il paziente oncologico presenta delle analogie con il paziente affetto da “sindrome del sopravvissuto”, quindi ansia, depressione, paura di riammalarsi e di morire. Problematiche che non possono essere curate solo dal punto di vista farmacologico ma che hanno bisogno di un supporto psicologico”.
Per questo i pazienti di Cascina Lilt, supportate dalle psicologhe Lilt, Alessia Amatore e Tonia Colella, intraprenderanno un cammino di guarigione presso la fattoria didattica e sociale Al Vituso, a contatto con 16 asinelli e con l’orto terapia. “Questa fattoria – ha sottolineato Natale Carvello, presidente Gal Kroton- speriamo possa diventare un laboratorio per l’agricoltura sociale nel nostro territorio”. Al termine del progetto, i dati costituiranno un report che sarà illustrato in un convegno. “Quello che stiamo portando avanti come Lilt – ha osservato Patrizia Pagliuso, vicepresidente Lilt Crotone – è l’intento di dare dignità ai pazienti oncologici del nostro territorio, garantendo loro servizi aggiunti, innovativi come questo, a supporto di quelli erogati dall’Asp”. Il reclutamento dei pazienti beneficiari del progetto Cascina Lilt avvera’, in primis, attraverso il reparto di oncologia dell’Asp, che segnalerà direttamente alla Lilt i possibili candidati. “I pazienti oncologici interessati – ha ricordato Pagliuso – possono scrivere a liltcrotone@libero.it segnalando la propria disponibilità a partecipare”. “Questo progetto – ha evidenziato l’assessore alle Attività produttive, Franco Barretta – parla di speranza, e fungerà da esempio anche per gli altri pazienza, lanciando il messaggio che il cancro si può vincere”. Era presente alla conferenza stampa anche il responsabile del progetto, Salvatore Nicoscia.
A proposito di…Cancro e guarigione
L’interpretazione popolare e medica del concetto di “guarigione”, che potremmo chiamare clinical recovery (ricovero ospedaliero), si focalizza sulla richiesta di interventi medici, farmacologici, ospedalieri, per trattare la malattia.
Il trattamento e la guarigione clinica è quindi legata all’esperienza professionale del medico, e la supposizione implicita è, che una volta che la malattia viene gestita nel modo migliore, la persona possa condurre la propria vita in modo normale senza impedimenti.
L’interpretazione moderna, che potremmo chiamare personal recovery, mette in rilievo lo scopo di condurre una vita in modo soddisfacente, per mezzo dell’autocoscienza sul come e cosa fare per mantenere o ripristinare la Salute compromessa dai propri errori di comportamento (consci od inconsci). Questo concetto è emerso nell’ambito delle persone che hanno avuto un’esperienza diretta della malattia. Per alcune persone la guarigione personale avviene completamente al di fuori del sistema sanitario della malattia, semplicemente cambiando etica, cioe’ comportamenti, mentre per altre vi contribuiscono i trattamenti efficaci utilizzati.
Per gli altri non consapevoli su cosa sia la malattia, la guarigione puo’ avvenire solo attraverso l’utilizzo del ricovero ospedaliero oppure per mezzo dell’intervento del medico.
Ovviamente tutto cio’ premesso, quando in caso di traumi e/o incidenti, si evidenzia che l’utilizzo del ricovero in ospedale diviene un’obbligo per entrambe le categorie delle persone consapevoli o meno del come autogestire la propria salute, specie se in pericolo di vita, il ricoverarsi in ospedale e sottostare alle eventuali operazioni chirurgiche necessarie, diventa indispensabile al recupero della propria funzionalita’ operativa nella vita.
La parola “Guarigione”, dal Devoto-Oli, significa: riferito a malattia, scomparire, risolversi, e’ una definizione che in medicina , pur con le sue straordinarie potenzialita’, che solo rarissimamente, e per processi di auto-guarigione tutt’ora sconosciuti, implica la “guarigione=scomparsa della malattia. In tutti gli altri casi trattasi solo di “riduzione del danno” o meglio riduzione o soppressione momentanea della malattia, cioe’ di malattie apparentemente “guarite”, per un certo periodo di tempo.
Cari esperti della Lilt, ma la conoscete la differenza fra “guarigione da un cancro” ed atto chirurgico che “elimina” la massa del tumore?
La guarigione e’ l’eliminazione di cause e concause del tumore oltre al sintomo cristallizzato, la massa del tumore, in modo che non si ripresenti piu’; l’atto chirurgico e’ l’eliminazione di parte del tumore, ma non si eliminano quindi le cause e le concause.
In quel caso e’ solo l’eliminazione di un sintomo, ovvero la riduzione momentanea del danno (che va bene e fa felice il malato) ma non e’ la guarigione dal cancro.
NON si devono confondere le idee alle persone malate di cancro!
Quella non è guarigione, ma cura finalizzata alla soppressione dei sintomi di una causa che non è stata rimossa e che quindi, prima o poi, si manifesterà di nuovo con altri o identici sintomi negli stessi punti o, se non gli è permesso da sostanze chimiche introdotte, in un’altra parte del corpo.
Solo conoscendo cause e concause di una malattia e’ possibile far guarire un malato, perche’ gli si indicheranno tutte le tecniche sanitarie (mediche, psicologiche, socio-relazionali) che gli consentono di attivare quelle risorse profonde e radicate nella natura umana che rendono possibile i processi di auto guarigione psico-fisica.
Allora, sarebbe più giusto affermare che le diverse tecniche di aiuto, che si possono utilizzare con le persone malate di cancro, come nel vostro caso la pet terapy, hanno solo lo scopo di ridurre momentaneamente il livello di ansia e/o di depressione e, dato che non incidendo sulle cause più profonde della malattia, perdono ben presto la loro efficacia e il paziente ricade nuovamente nell’ansia e nella depressione. Dunque, sarebbe più giusto non illudere i pazienti facendo credere loro che “passeggiando in groppa a un asinello” stanno per intraprendere un “percorso di guarigione” dal cancro, e chiarire con precisione quali siano realmente i risultati che si potrebbero ottenere con questa particolare attività.
Pertanto, capisco la Vs. confusione che deriva dall’ignoranza dei complessi meccanismi della mente umana, ma credo che sarebbe meglio per tutti se ognuno svolgesse bene solo il proprio lavoro e che non si lasciasse trasportare troppo dai pericolosi vaneggiamenti dell’onnipotenza.
Carlo Sestito