È da anni, oramai, che, tutta la nostra provincia vive in una sorta di isolamento non più giustificabile: un isolamento che sta avvenendo ad un ritmo talmente intenso e sistematico da spingere ad immaginare l’esistenza di un vero e proprio piano di desertificazione del nostro territorio. E’ come se fosse in atto un provvedimento punitivo orientato ad addomesticare e a mettere in ginocchio la nostra comunità per qualche grave colpa commessa, di cui la popolazione non è a conoscenza: e ciò si evince dalla timidezza e dalla incertezza con cui la locale classe politica continua a perpretare e ad assistere a tale scempio, cercando di scaricare vicendevolmente la colpa senza, però, mettere in atto la benché minima strategia diretta ad ostacolare o ad invertire tale incredibile processo.
Quanto è successo qualche giorno fa in Prefettura con la liquidazione di fatto della società di servizi della Provincia di Crotone e la fuoriuscita di più di 60 lavoratori dal circuito produttivo è soltanto l’ultimo, in ordine di tempo, degli atti di irresponsabilità e di insipienza di una classe politica che continua ad attardarsi nel perseguire solo piccoli interessi ma che, a nostro avviso, ha anche deciso di lasciar cuocere questa parte della nostra Regione nei suoi problemi standone debitamente a distanza.
Si ha l’impressione che ciò che sta provocando l’arretramento di questa area non interessi più a nessuno; è come se tutto ciò che sta accadendo, ormai da così tanto tempo, fosse visibile solo a chi gli effetti di tale isolamento lo subisce in maniera diretta, dai lavoratori, agli anziani ai tanti cittadini fuori dalla politica e dalle istituzioni. Dall’esterno, invece, quanto accade non interessa né i vertici delle istituzioni né quelli della politica, si perde nel nulla della quotidianità.
Appare, allora, evidente che siamo tagliati fuori da ogni provvedimento in grado di lenire o far superare la condizione di crisi e di precarietà che da troppo tempo ci sta affliggendo.
Non avevamo dubbi di quanto fosse complicata la vicenda di quella società in house, sofferente e mal gestita per anni, ma oggi, entrata in un vortice in cui, dalla Legge Del Rio che ha di fatto svuotato di risorse umane ed economiche le Province, sino ad arrivare alle inadempienze della nostra Regione in termini di riordino degli assetti istituzionali, si trova a dover pagare il prezzo più alto in assoluto e a scaricarlo sui propri lavoratori.
Siamo sempre più convinti che la Regione Calabria, in attesa di una sua riforma Istituzionale, ed in attesa di una necessaria ed indifferibile norma di riordino di tutte le partecipate non poteva e non doveva tirarsi indietro rispetto ad una soluzione per quei lavoratori, e noi avevamo tentato anche di tracciarne i percorsi.
Ma la solita indifferenza e la scarsa considerazione del nostro territorio è emersa anche in questa occasione.
Così come per tutte le criticità presenti (vedi: porto, aeroporto, rifiuti, bonifica, occupazione, infrastrutture viarie), anche quei lavoratori hanno visto consumarsi una lunga discussione sul loro destino che non ha prodotto praticamente nulla.
Occorre fermare questo degrado, occorre che la politica si riappropri del suo ruolo alto di guida e di aiuto al territorio, bisogna rompere questo strano isolamento a cui è stata confinata la nostra provincia in tutte le sue forme.
La gente, tutti noi, abbiamo superato ogni limite di pazienza, la difesa e il rilancio di questa area deve vivere adesso una importante accelerazione, altrimenti, sarà destinata a scomparire.
Per quanto ci riguarda non siamo più disponibili a tollerare incapacità ed insipienze diffuse né a subire ulteriori mortificazioni della nostra gente.
Non siamo più disponibili a tollerare questo isolamento a cui è stata rilegata la nostra provincia pronti a mettere in campo ogni forma di protesta ed ogni iniziativa contro chiunque voglia continuare a mortificarci.
E’ quanto afferma la Segreteria Confederale CGIL Crotone