Continuano i pronunciamenti del Tribunale del Riesame sulle singole posizioni delle persone coinvolte nell’Operazione “Stige”, l’inchiesta della Dda di Catanzaro che il 9 gennaio 2018, ha portato a 170 arresti. La decisione del Tribunale del Riesame è giunta oggi, lunedi 28 maggio 2018, accogliendo la tesi degli avvocati Fabrizio Gallo e Pietro Capoano, difensori dell’indagato, annullando la misura cautelare fondata secondo la Procura, sul tasto che era provato come la cosca Farao-Marincola avesse immesso nella società “cav Antonio Malena 1949 s.r.l.“, la somma di euro 2.136.000,00 provenienti dalla bacinella della cosca.
La difesa ha dimostrato con carte alle mani (e bastava che la Procura andasse a prendere i documenti che erano allegati all’atto notarile) come quei due milioni di euro, provenivano da beni di famiglia debitamente elencati e calcolati da un perito, che ha arrestato il passaggio dei beni di famiglia dentro la società del Malena.
Il Tribunale del Riesame, ha preso atto che il Malena fu oggetto di ben tre atti vandalici di chiaro stampo mafioso subito nel 2013 e nel 2014, tutti denunciati e debitamente depositato da codesta difesa, che fanno supporre come il Malena fosse una vittima è non uno n’dranghetista come sostiene la Procura. E’ quanto comunicano i difensori di Pasquale Malena.