Disponibilità finanziaria 61,7 milioni di euro. C’era, il progetto “Antica Kroton”, perché in settimana la Regione ha dato prova di essere divisa contro se stessa. Teste l’evangelista Luca, “Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina” e proprio alla rovina sembrano voler portare se stessi e Crotone i nostri lungimiranti amministratori regionali.
A Roma, in conferenza di servizi, la Regione infatti ha contestato il progetto comunale di bonifica della scuola San Francesco “Alcmeone” (Via Giovanni Paolo II, presso la piscina), situata fuori dal SIN ma dove si stimano presenti, nei piazzali interno ed esterno, migliaia di tonnellate di CIC non conforme al D.M. 5 febbraio 1998, utilizzato a suo tempo per rilevati e sottofondi stradali. Invece della rimozione e smaltimento decisi dopo l’analisi di rischio sito-specifica, soluzione che l’ASP di Crotone e l’Istituto Superiore di Sanità hanno già avallato anche per le analoghe aree contaminate di Margherita e dell’ ITC, la Regione, per risparmiare il denaro di Syndial (l’intervento pubblico si attua in danno del soggetto responsabile!), propone la messa in sicurezza permanente.
La giunta Oliverio contraddice se stessa, così facendo, perché in occasione della riunione ministeriale del 13 giugno 2016 aveva preferito al capping la rimozione totale del CIC nelle zone non asfaltate (come San Francesco e Lampanaro). Oggi, invece, chiede se la scelta tecnica del 2016 sia da intendersi come vincolante o non ci si possa inventare qualcosa d’altro… e meno costoso. Abbiamo già visto per chi.
Qual è la differenza, in concreto? I tecnici dicono che tombare non significa annullare magicamente il problema. La tombatura richiede infatti piani monitoraggio e manutenzione periodici, tutt’altro che a costo zero per i crotonesi, restando esclusa ogni possibilità di uso residenziale delle aree interessate. La stessa interdizione si avrà nel sito delle fabbriche dismesse, se passa il POB fase 2 osteggiato dall’ing. Voce e da tante migliaia di cittadini. Come può la Regione preoccuparsi per le casse di Syndial (!) invece che per la salute degli abitanti di Crotone (presenti e futuri), assediati fin sotto/dentro casa e persino nelle scuole da scorie e rifiuti tossici di ogni genere?
Ma torniamo ad “Antica Kroton”. Preliminare ad ogni intervento di scavo archeologico, sia di quelli decisi dall’Amministrazione Beni Culturali sia di quelli previsti dalle schede progettuali del Comune che, merita sottolinearlo, ad oggi non solo il Dipartimento BB.CC. dell’Università del Salento ma neppure il Ministero possiede, é proprio la disponibilità della scuola di San Francesco post-bonifica. Senza la scuola, che le “Azioni comuni” del progetto vorrebbero riqualificata e rifunzionalizzata con 2 milioni di euro gestiti dal Comune, coinvolto inopinatamente per altri 2 milioni (!) nella realizzazione di “laboratori di catalogazione, conservazione e restauro e incubatore di imprese culturali” – il Ministero ne ha 2,230 sotto la stessa voce –, non sarà aperto alcun cantiere, con buona pace di quanti stanno promettendo lavoro/denaro a tutti e per domani mattina. Ogni cantiere di scavo, infatti, ‘produrrà’ centinaia se non migliaia di cassette di reperti che, come quelle accumulate in quasi 50 anni di funzionamento dell’ufficio territoriale crotonese della Soprintendenza oggi ABAP, anch’esse da destinare ai depositi di San Francesco, non devono soltanto essere immagazzinate (e vorrei dire tombate) ma rese disponibili allo studio, alla catalogazione, al restauro ecc. in ambienti accessibili agli operatori senza rischi per la salute oltre che, ovviamente, idonei alla bisogna.
Senza la scuola di San Francesco non partirà alcun cantiere di “Antica Kroton”, lo ripeto. Sarà forse il caso che, anche solo per scongiurare tale evenienza, gli amministratori locali e gli omologhi regionali risollevino la testa un minuto soltanto davanti ai padroni di sempre e rivendichino una bonifica vera per tutti i siti crotonesi contaminati, intra ed extra SIN.
Margherita Corrado – Elisabetta Barbuto