Ad inizio anno in più province calabresi si paventava un disastro
imminente legato alle difficoltà di gestione del ciclo dei rifiuti. Tra
debiti da saldare, contratti non rinnovati con le società di raccolta,
impianti di smaltimento al collasso e rifiuti per le strade, la
situazione ambientale ed igienico sanitaria si è palesata in tutta la
sua gravità.
Oggi, però, quasi tutti sembrano aver trovato delle soluzioni.
In
provincia di Cosenza, nell’ultima riunione dell’ATO, pare si siano
trovati i modi per scongiurare l’emergenza anche valutando tutte le
soluzioni praticabili per consentire di conferire gli scarti nelle
discariche pubbliche (o private al servizio del sistema pubblico) sino
al rispristino delle condizioni ordinarie.
In provincia di
Catanzaro l’ATO è al lavoro per risolvere i problemi connessi agli
impianti di Alli e di S. Pietro Lametino in modo da arrivare a breve al
“normale” funzionamento del sistema di raccolta con tariffe invariate
per i Comuni. In via di formazione anche il piano d’ambito che l’ATO sta
redigendo con la collaborazione esterna dei tecnici del CONAI e che
prevede il fondamentale coinvolgimento degli enti locali.
In
provincia di Vibo Valentia L’ATO ha ottenuto il 29 dicembre scorso la
proroga del servizio di raccolta umido (anche se con tariffe più che
raddoppiate) ed ha avviato dei colloqui con Alli per la raccolta
dell’indifferenziata.
A Crotone, intanto, quasi tutta la Calabria
continua ad abbancare nella discarica di Columbra i propri rifiuti.
L’ultima novità riguarda lo stoccaggio sul molo commerciale di ecoballe
destinate agli inceneritori dei Paesi dell’est con trasferimenti curati
da una società crotonese.
L’ennesimo inaccettabile schiaffo per la nostra comunità il cui destino pare legato esclusivamente alla dimensione dei rifiuti.
E l’ATO? Quanto ancora dovremo aspettare prima di affrontare seriamente i problemi del nostro territorio?
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