L’Associazione Italiana Sommelier Calabrese, FIS, presieduta da Gennaro Convertino, ha inteso fare sentire la propria presenza attraverso quello che ad oggi è diventato l’unico mezzo di condivisione, cioè le varie piattaforme social, in questo caso Facebook, coinvolgendo numerosissime cantine e produttori Calabresi.
Tutte le cantine e produttori, hanno prodotto un video per presentare ognuno le proprie eccellenze, la propria strategia, ma forse soprattutto la volontà di dire,”noi ci siamo e continueremo ad esserci”.
Putroppo, come in tanti altri comparti economici italiani, che oggi coinvolge l’Europa e il mondo intero, le vendite si sono fermate, totalmente o quasi, a causa dell’emergenza coronavirus. Ma in cantina e in campagna poco o niente è cambiato.
L’Italia del vino quindi per ora resiste ma la preoccupazione ma le piccole aziende guardano con preoccupazione il presente e il futuro. Il famoso scrittore Cileno, Luis Sepulveda, da poco scomparso che ha scritto ““A volte il vino è la manifestazione liquida del silenzio”, aveva compreso il fenomeno predicendo che probabilmente questo morbo decimerà decine di aziende, anche quelle del vino, da quelle a conduzione familiare a quelle più artigianali o anche grandi. Una parte di queste aziende è rappresentata negli ultimi anni da una nutrita rappresentanza di produttori, cosiddetti “Vignaioli” in forte crescita, lontani da una produzione convenzionale.
“Se da un lato le vendite si sono fermate,totalmente o quasi, dall’altro nulla impedisce alla vigna di crescere”, come è stato riconosciuto da moltissimi vignaioli.
Un evidente paradosso che disegna una situazione che vede appunto nulla di mutato nella produzione, ma un netto calo nella commercializzazione. “È un contrappasso”, spiega Cataldo Calabretta, uno dei più noti giovani imprenditori della Calabria e di Cirò Marina in particolare, “Perché, dice, la vigna non la puoi fermare, le piante stanno germogliando, i vignaioli ogni giorno vanno in campagna a lavorare. Sistemano i tralci, preparano la pianta al nuovo frutto. Non sapendo che futuro li aspetti. Un ciclo che si ripete di anno in anno e che non si può congelare in nessun modo, se non sradicando e violentando territori e lavoro.
La mano di questi contadini, al termine dell’estate, accompagnerà la trasformazione: fermentazioni, macerazioni, svinature, passaggi in botte, imbottigliamento. Un lavoro che i vignaioli non vogliono fermare. Ma, nel frattempo, le bottiglie delle ultime annate restano in cantina. La ripartenza rimane una via incerta e con risposte che hanno poche parole, pensando a quel che poteva essere e che, forse, non sarà.” UN’interessante iniziativa messa in atto dalla FIS che ha permesso al numerosissimo pubblico estimatore del buon bere, di conoscere, vedere, approfondire, purtroppo non assaggiare.