Negli ultimi mesi, troppi i giovani ciromarinesi, che hanno perso la vita, lasciando nello sconforto più doloroso e inconsolabile, genitori, famiglie, parenti, amici. Ultimo in ordine di tempo, Michele Famiglietti, giovane diciassettenne, travolto da un’auto nella notte dell’altro ieri, mentre faceva rientro a casa con i suoi cugini, miracolosamente rimasti illesi.
Ho deciso pertanto di occuparmi di un argomento molto delicato e difficile da esprimere con parole o atti: cosa significa perdere un figlio?
Credo sia un dolore inaudito, talmente inimmaginabile che chi non lo ha mai vissuto non sa quali parole usare. E forse non ci saranno mai parole adatte. Come riprendere a vivere il quotidiano, quando una parte di te, ti viene strappata così tragicamente o per casi fortuiti e inaspettati?
Per quanto ci si potrà sforzare di credere che la vita continua, che la fede ci aiuterà, il dolore non passa e non passerà mai, anche se il tempo e la vi vicinanza di parenti e amici potranno non farci sentire soli. Il dolore si insinua lì, in quell’angolo di cuore che il dolore ha bloccato e non batte più.
Non sappiamo se il tempo, rimedio naturale anche contro gli affanni più gravosi, si potrà rivelare efficace. Conoscendo i genitori e la mamma, oltre alla famiglia e familiari tutti, forse neanche il tempo potrà lenire tanta amara realtà.
La comunità intera, rimasta tramortita da questa ennesima perdita di un giovane amabile e brillante, si è subito raccolta intorno alla famiglia e ai partenti tutti e, bene ha fatto il Sindaco, Sergio Ferrari a proclamare il lutto cittadino del 23 giugno 2021 dalle ore 17 alle 19, durante la celebrazione della cerimonia funebre che si terrà nella Chiesa di San Giuseppe.
Un lutto cittadino per la perdita di Michele, che dovrebbe fare da stimolo e riflessione seria e attenta per tutti, famiglie, figli, giovani, che dovrebbero con più serietà riflettere sulla morte, sulla fugacità del tempo, sulla vita, rispettandola e apprezzandola.
Forse l’abolizione del coprifuoco ha fatto pensare a qualcuno che ora tutto si può. No, l’attenzione deve essere ancora massima.
Al caro Michele, strappato a questa vita, alla famiglia e ai suoi cari, solo la certezza che la comunità comunque continuerà a ricordarlo, accompagnandolo con le preghiere più vere e sincere.