
E’ il 2 dicembre 2022, mentre mi accingo a fare il solito giro quotidiano in località Punta Alice, per controllare se ci sono uccelli arrivati durante la notte, scorgo su una casetta diroccata vicino lo stabilimento dell’Eni, un uccello di colore beige, che non avevo mai visto prima d’ora attirando la mia attenzione. Mi fermo e inizio a fare le prime foto, mi rendo conto di essermi imbattuto in una specie rara. Decido di consultare la guida per il riconoscimento degli uccelli d’Europa senza trovare riscontro all’interno del libro. Allora invio le foto ai miei amici ornitologi sparsi per l’Italia, per avere conferma di quale era la specie di uccello che avevo difronte. Alcuni di loro mi dissero che mi trovavo davanti ad un’Averla maggiore beccopallido (Lanius pallidirostris). Oltre agli apprezzamenti che ho ricevuto per l’osservazione, mi hanno invitato ad impegnarmi a far sì che Punta Alice venga inserita tra gli Hotspot per gli uccelli migratori (area protetta ad altissimo valore naturalistico). L’Averla è una specie appartenente alla famiglia dei Laniidae. La condotta di questa specie lo rende uno degli uccelli più sorprendenti; la sua biologia non lascia indifferente nessuno: come tutti gli appartenenti alla famiglia dei Laniidae assomiglia a un piccolo rapace, più che agli affini passeri. Infatti il carattere distintivo di questi uccelli è il becco adunco con un dente terminale come quello dei falchi. In effetti l’Averla beccopallido, come le congeneri, è un predatore formidabile, non a caso il termine generico latino “Lanius” significa “macellaio“. Nidifica a est del basso Volga attraverso la steppa e i deserti dell’Asia centro-settentrionale sino al deserto del Gobi in Mongolia meridionale. A sud è diffusa lungo il Caspio orientale sino all’Iran nordorientale e all’Afghanistan settentrionale (Clement, 1995). E’ un migratore di lunga distanza; sverna in Iraq, Iran meridionale e a sud dell’Afghanistan sino alla penisola Arabica, valle del Nilo in Sudan, Etiopia settentrionale e Somalia. Si tratta di uccelli monogami, le cui coppie tendono a riunirsi anno dopo anno subito dopo la migrazione verso i terreni riproduttivi, cercando ogni anno di occupare gli stessi territori riproduttivi. Le Averla differenziano la dieta a seconda delle stagioni: in primavera ed estate si basa fortemente su grandi insetti, come Coleotteri o Ortotteri (cavallette) mentre in autunno e inverno sui vertebrati; le prede preferite sono comunque i micromammiferi, ma non disdegna anche piccoli rettili e uccelli. Altra peculiarità della specie è la creazione di dispense alimentari: soprattutto in inverno sfrutta i rami dei rovi e altre piante spinose per infilzare le prede che non consuma subito, per cibarsene in un secondo momento. Una manna per chi studia l’alimentazione della specie. Il 2022 è stato un anno da record per le specie rare viste e fotografate a Punta Alice.



Quando posso , ti seguo sempre con molto interesse . Grande Mario
Saluto sincero da Daniele