La Fai Cisl Calabria, dice si all’indiscussa utilità dei Consorzi di Bonifica e manifesta netta contrarietà su qualsiasi tentativo di messa in discussione della loro esistenza. E’ quanto emerge nella riunione del coordinamento regionale Fai Cisl dei Consorzi, voluta dal Segretario Regionale Giuseppe Gualtieri e Romolo Piscioneri Coordinatore Nazionale e Regionale della Bonifica, svoltasi a Lamezia Terme nella giornata del 16 Aprile. Una presa di posizione netta, contro il dibattito governativo in atto, che tende ad escludere dallo scenario operativo futuro, enti importanti e radicati sul territorio come i Consorzi di Bonifica, proprio mentre cresce il confronto su come e con quali strumenti arginare il crescente dissesto idrogeologico e la complessiva gestione del patrimonio idrico Calabrese. “I Consorzi di Bonifica rappresentano soprattutto nella provincia di Crotone un mondo valoriale da difendere, avendo chiara la visione del loro fare e l’importanza che rivestono nel settore irriguo crotonese le peculiarità, e specificità del Consorzio di Bonifica “Ionio-Crotonese”, hanno reso importante, qualificante e fortemente professionale (dotato di personale di assoluta competenza) l’azione ed i servizi che il consorzio eroga non solo al sistema agricolo di qualità e sempre più innovativo ma anche la distribuzione dell’acqua per usi civili a numerosi comuni e realtà industriali – afferma il Segretario Generale FAI-CISL Catanzaro-Crotone-Vibo Francesco Fortunato. Nonché la gestione di impianti di notevole importanza collocati in posizioni strategiche del territorio come ad esempio l’invaso del lago di Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto capace di contenere 18 milioni di metri cubi di acqua (uno dei più grandi dl Mezzogiorno) e la vasca di modulazione di “Calusia” in agro Caccuri che fornisce l’acqua nella vallata del Neto sia per l’agricoltura che per i comuni. Parlare di soppressione, vuol dire, ferimento mortale all’intero mondo agricolo locale e possibile blocco di interventi di tutela ambientale e del territorio.
Questa scelta, a nostra avviso scellerata, mette in ginocchio un’intera economia agroindustriale, già provata dagli effetti della lunga crisi economica e pone un serio problema sulla possibilità di determinarsi, liberamente e democraticamente, per come previsto dal nostro ordinamento giuridico, verso forme consorziate tra soggetti privati che si danno una specifica organizzazione finalizzata a dare un servizio pertinente e congruo tra soggetti legati da medesimi interessi. Peraltro, si entra in una materia, dove le competenze sono assegnate alle Regioni che in molti casi hanno già disposto un loro combinato legislativo, che regola la vita dei Consorzi e disciplina il loro agire futuro. Occorre quindi, tornare alla ragionevolezza, al confronto, all’approfondimento per poi decidere con consapevolezza, nell’ambito delle cose ordinate dalla ragione, con la possibilità di intercalare e portare a tutela quelle specificità che hanno permesso l’avvento della vera emancipazione nei campi. In questa regione i Consorzi di Bonifica, nel tempo, hanno contribuito a nutrire con linfa nuova, progetti di vero miglioramento di quella preziosa e insostituibile economia rurale, che oggi deve tornare ad entusiasmare e trovare collocazione nel cuore di ciascuno di noi. Soggetti, con storia, esperienza del fare, competenze e utilità per il territorio, non meritano il timbro di “Enti Inutili”, ed è per questo che noi dobbiamo parlare all’uomo prima che al politico, facendogli comprendere che il mondo va, se c’è qualcuno che quotidianamente si sporca le mani nella “terra”, in nome di un presente e sempre invocato bene comune. I Consorzi di Bonifica meritano un supplemento di riflessione e di profondo rispetto e non possono in alcun modo essere liquidati con decisioni che cozzano con la storia del nostro paese e del mondo contadino tutto”.