Il fenomeno del c.d. “turismo venatorio” è fortemente concentrato negli A.T.C. crotonesi, trattasi un fenomeno che ogni fine settimana vede decine e decine di cacciatori residenti in altre provincie della Calabria, ma anche in altre fuori regione (soprattutto Reggio Calabria, Brescia, Bergamo, Perugia, Napoli), arrivare negli A.T.C. crotonesi per concedersi una “vacanza” doppietta alla mano, attirati dalla varietà e dall’abbondanza di selvaggina presente nei nostri territori e dal servizio di vigilanza venatoria pressoché inesistente, nonostante nella Provincia di Crotone vi sia un congruo numero di guardie delle associazioni di categoria. Dai dati in possesso della Direzione Provinciale delle Guardie Ecozoofile di FareAmbiente Crotone, emerge che tali turisti della doppietta spesso e volentieri esercitano il prelievo venatorio in violazione della normativa in materia. In particolare, le infrazioni amministrative che vengono riscontrate più frequentemente sono il mancato versamento della tassa A.T.C., il superamento dei limiti di carniere e l’omessa annotazione della fauna abbattuta sul tesserino venatorio. Per quanto riguarda gli illeciti penali, i più comuni sono il “classico” caffè al bar con l’arma lasciata incustodita in macchina e l’esercizio della caccia con l’ausilio dei richiami acustici. Proprio la settimana scorsa, nell’ambito dei controlli volti alla prevenzione degli illeciti in materia venatoria nelle zone rurali di Isola di Capo Rizzuto, le Guardie del Nucleo Antibracconaggio hanno colto in flagranza due cacciatori originari della provincia di Reggio Calabria mentre esercitavano il prelievo venatorio alle allodole con l’ausilio del richiamo acustico elettronico. I due, dopo essere stati accompagnati negli Uffici del Comando Tenenza Carabinieri di Isola C.R., sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria con contestuale sequestro delle armi, del richiamo e della selvaggina abbattuta.
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