
Dopo oltre quarant’anni di assenza, il fratino (Charadrius alexandrinus), piccolo uccello costiero protetto dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea, è tornato a nidificare a Punta Alice, nel territorio di Cirò Marina. Un ritorno storico, che segna una rinascita per la biodiversità calabrese e che rende ancora più preziosa questa porzione di litorale jonico.
Il 6 maggio scorso, il primo pullo nato in Calabria è stato inanellato da Mario Pucci, esperto riconosciuto da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), avviando ufficialmente il progetto di inanellamento scientifico del fratino nella regione. Il giorno successivo è stata inanellata anche la prima femmina adulta nel crotonese, segnando un altro importante passo per lo studio e la conservazione della specie.
L’attività, coordinata da ISPRA e portata avanti da Mario Pucci e Rosario Balestrieri — entrambi inanellatori autorizzati — mira a raccogliere informazioni fondamentali: dai percorsi migratori alla durata della vita media, dal comportamento alimentare alle dinamiche di dispersione dei giovani nati. Gli anelli alfanumerici applicati alle zampe permetteranno infatti di tracciare nel tempo i movimenti e le abitudini dei singoli esemplari.
Ma questo ritorno tanto atteso solleva anche interrogativi urgenti: perché il fratino è scomparso da Punta Alice per così tanto tempo? Una delle ipotesi più plausibili — e preoccupanti — riguarda l’impatto dei mezzi fuoristrada che, da anni, attraversano illegalmente le spiagge della zona. Questi veicoli non solo disturbano l’habitat naturale, ma distruggono i nidi mimetici, causando un danno diretto alla riproduzione della specie. A ciò si aggiungono la pulizia meccanica delle spiagge e la presenza di cani vaganti, che rappresentano ulteriori minacce.
Il lavoro di monitoraggio prosegue anche in altre aree costiere della Calabria, dove sono stati individuati nuovi siti riproduttivi e si attendono nuove schiuse. Tuttavia, la sopravvivenza del fratino resta fragile e strettamente legata alla tutela del suo habitat.
Il Gruppo Lipu Fratino in Calabria lancia un appello alla comunità locale: proteggere il fratino significa difendere un ecosistema prezioso, già messo a dura prova dall’azione dell’uomo. Il ritorno di questa specie protetta è un segnale di speranza, ma anche un monito: senza un cambio di rotta nelle abitudini umane, il rischio di una nuova scomparsa è concreto.
Il futuro del fratino, dopo quarant’anni di attesa, è tornato a dipendere da noi.






