Egregio Direttore, chiedo ospitalità al suo giornale per fare una riflessione profonda rispetto ad un articolo comparso sul Corriere della Sera in data 05/06/2014 a firma di Stefano Agnoli. L’articolo in questione così veniva presentato “La Ricerca del Sito per le Scorie nucleari non deve trasformarsi in Rissa politica” e riepilogava parte dei criteri che l’ISPRA ha indicato per l’individuazione del luogo dove dovrà sorgere la struttura che dovrà contenere tali scorie.E’ importante a tal proposito fare una premessa a riguardo, il sito sarà un sito di superficie che dovrà garantire un’omologazione per 300 anni e conterrà scorie di media e bassa intensità radioattiva. Dopo aver letto e riletto l’articolo in questione ho trovato lo spunto per scrivere al suo giornale poiché ritengo che questa possa essere l’occasione giusta per portare all’attenzione del governo nazionale lo stato di crisi in cui versa la provincia di Crotone accompagnato però da una proposta concreta di sviluppo locale.
In sintesi Crotone ed il suo territorio hanno l’opportunità di vedere concretizzato in un solo colpo tutto quello che fino ad oggi la nostra classe politica dice di aver rivendicato ma non è mai riuscita a conquistare. Ammodernamento delle infrastrutture viarie, potenziamento del porto di Crotone, elettrificazione del tratto ferroviario Crotone – Sibari, pieno utilizzo dello scalo aereoportuale, la bonifica del sito di Pertusola e così via. Lei sicuramente mi darà del visionario ma non è così perché la contropartita che il territorio crotonese darà in cambio di tutte le cose che ho elencato, e di altre che le elencherò a breve, sarà quella di accettare la collocazione sul suolo provinciale del Sito Nucleare in oggetto.
Questo eviterà al governo nazionale di incagliarsi su una situazione spinosa e che comunque dovrà, volente o nolente, risolvere perché è l’intera comunità internazionale che lo richiede, è porterà il territorio di Crotone alla piena occupazione poiché accanto ai benefici che ho accennato in precedenza ci dovranno essere anche dei benefici economici diretti (una royalty di 50 milioni di euro annui per i prossimi 30 anni da destinare ad interventi in ambito pubblico rivolti alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture territoriali) ed indiretti (creazione di un’area territoriale a fiscalità agevolata dove le imprese con sede legale ed operativa sul territorio di riferimento avranno una tassazione che non supererà il valore del 30% del reddito generato per i primi 15 anni di attività). Mi farebbe piacere che attorno a questa mia riflessione si sviluppasse un dibattito, senza condizionamenti, che veda come principali protagonisti i cittadini in primis e poi le associazioni datoriali.
Cataldo Sicilia