Non Donna, né Uomo, né Persona è stato l’Ebreo, il Testimone di Geova, il Disabile, lo Zingaro, l’Omosessuale, la Prostituta o il Mendicante a Terezin, illuso da un giorno di luci e di applausi conclamato sulla città che l’imbianchino aveva dichiarato di costruire per loro; non Donna, né Uomo, né Persona è stato Colui, che solo ossa ad Auschwitz o Buchenwaldè stato scaraventato in camere a gas da “soluzione finale”, sì, soluzione finale che non inquinasse la superiore razza ariana; non Donna, né Uomo, né Persona è stata la bambina, cui sulla sedia ginecologica è stato estratto l’utero per esibirlo rovesciato ad una scienza criminale; non Donna, né Uomo, né Persona e solo un numero 135501 è stata chi indossava quelle scarpette rosse n. 24, nella cui suola interna,nella tragedia novellata da Lussu, ancora si scorgeva il marchio “Schulze Monaco”. Dio, allora, non era a Belzec o a Dacau o nella Mauthausen del padre di Vittorio e dei pigiama zebra: era distratto; era altrove, forse tra i nazionalsocialisti che al banchetto di Trimalcione si consumavano ai piaceri della carne, forse tra i fascisti italiani succubi di quel massacro, che in brillanti sale d’albergo maciullavano la noia danzando il valzer inglese italianizzato in lento. Dio era morto ad Auschwitz e Buchenwald e Chełmno e Sobibór e Treblinka e ovunque un Vernichtungslager attuasse la soluzione finale. I bambini sfuggiti ai forni crematori e che non sono a milioni in polvere nel vento, ora canuti e stanchi ma con occhi che vedono perché bagnati dal pianto, ma con indosso il manto dei Grandi, pur’oggi si interrogano dove fosse Dio quando quei criminali ammazzavano il proprio fratello, quando quei bambini – com’ora nel Sud del mondo!! – venivano violentati e trucidati perché non donne, non uomini, non persone. I bambini di allora, ora vecchi, brandiscono al cielo la spade del cuore, nel nome di Cristo che è solo Amore, che pure contro il Padre, dalla Croce gridò la sua rabbia “Eli Eli lama sabachthani”; i bambini di allora, con i volti rigati da anni di pianto, ora “Mai Più” urlano all’oggi, che spesso troppo indugia nel truogolo dell’effimero e dell’odio nelle stragi del nord est della Nigeria. Mai più cantano i bambini di allora assieme al Futuro che il sanguinario, imbecille imbianchino voleva annullare. Mai più…!! E lo gridano ovunque: a studenti, genitori, docenti. Lo grida il giovane centunenne e il ragazzo ora novantacinquenne. Lo grida il futuro a cuori che danno certezze.
Mai più…!!
L’Omnicomprensivo di Cirò – a partire dalla raffinata, determinata, perbene Dirigente scolastica Angela Corso – l’ha gridato a voce forte e chiara, senza tentennamenti. L’Omnicomprensivo di Cirò – ieri 22 gennaio 2015, nella “sua” sala dei convegni – ha ricordato “Il Giorno della Memoria” con Angela Costa, sorprendente e brava moderatrice, in una manifestazione dal titolo “Lager, memoria dei campi di sterminio”. La manifestazione è stata aperta da una rappresentazione teatrale di un lavoro curato all’interno della Scuola di Teatro di Bologna “Allessandra Galante Garrone” e qui realizzato da Tonia Mingrone, Daniel Kemèn, Donato Mingrone e da un poliedrico ed eclettico artista, Antonio Salerno, che, mattatore e non gigione, con brani tratti da “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “I sommersi e i salvati” di Primo Levi e “L’istruttoria” di Peter Weiss, ha realizzato una performance artistico-socio-politico-culturale eccellente, che per circa un’ora ha tenuto alto l’interesse del numeroso pubblico. Marilena Murano ed Eleonora Iuzzolini, guidate da Brunella Morrone, hanno raccolto le interviste di Francesco Leonetti di Pedace, internato di Ferramonti e di Antonio Benevento, che, così come piangendo racconta “al fronte ‘i prucchji ‘i cogghjimmi a pugni…”; ‘zu Turuzzo e Cariati – l’uomo museo di Antonello Ricci – ha raccontato l’esperienza di chi in guerra non è stato, ma che ha vissuto le conseguenze della guerra in una realtà dove la guerra non è stata combattuta. I bambini della scuola primaria Gaia Russo, Mariapia Palazzo, Ilaria Lepera,Rosa Malena, Sara Principe, Alessia Maiorano, Giada Bombardiere, Leonardo Berardi, Agata Carnea, Marco Mazzone, Martina Amodeo e Rita Dell’Aquila; gli alunni della scuola secondaria “Lilio” Alessia Amantea, Lorenzo Arcuri, Chiara Cidone, Giuseppe Paone, Gaetano Morelli, Denny Cosentino, Chiara Dell’Aquila, Rosamaria Potestio, Giusy Stricagnolo, Rosalba Vinci, Alessia Errico, Valeria Blefari, Adele Malena, Francesca Panebianco; gli studenti del Liceo Scientifico con Elena Morelli e Giusy Alfieri, tra emozionanti poesie e narrazioni coinvolgenti, hanno pure loro gridato convintamente “Mai Più!” quella Shoah, quella distruzione che ammorbava l’aria di un sapore dolciastro, ch’era il fumo di bambini e donne e vecchi e malati e “sani che dicevano ai sani che non era il loro turno”, che bruciavano nei forni crematori che quel pazzo di imbianchino aveva organizzato per la “soluzione finale”. Roberta Berlingieri, responsabile provinciale di Intercultura, ha parlato di volontariato e di spirito di solidarietà internazionale, del coraggio della gioventù e del dialogo interculturale dell’Organizzazione, che è la continuazione dell’American Field Service, del movimento di giovani che nel 1915 si mise alla guida delle ambulanze per salvare i feriti della Prima Guerra Mondiale. Infine il maestro Vincenzo Greco e il coro – orchestra Krimisa, accompagnati dal flauto di Martina Bastone, ha cantato ‘Il Va Pensiero….”di Verdi, che nella parte terza del Nabucco viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Bella, riuscitissima la manifestazione sulla Shoah, organizzata dall’Omnicomprensivo, dove particolare menzione merita, per impegno e diligenza, il contributo di Gino Manno, di Gianni Giardino e di Michele Sirianni. Bella, coinvolgente, “partecipatissima” la rappresentazione della Giornata della Memoria, organizzata dall’Omnicomprensivo di Cirò, che gli studenti ancora ricorderanno con la visita a Ferramonti -tra i tanti luoghi di internamento per ebrei aperti dal regime fascista; con l’adesione al Convegno organizzato presso l’Aula Magna “B.Andreatta” dell’Unical con la “lectio magistralis” di Alberto Ventura, noto islamista dell’Università della Calabria; con la proiezione di un film giorno 27 gennaio presso il Liceo Scientifico.
“La scuola è un Organo Costituzionale perché forma il cittadino di domani…” (Piero Calamandrei).
E’ tale la responsabilità della scuola in questa missione che spesso essa sembra non sentirsi adeguata, in special modo in una società come la nostra in rapido cambiamento, in cui i saperi e le dinamiche didattiche sono in continua evoluzione.
Fortunatamente la scuola ha risorse professionali tali che, nonostante tutte le difficoltà quotidianamente incontrate, ce la può fare.
E’ questa la sensazione avuta nel pomeriggio del 22 gennaio del 2015, mentre nella Sala Convegni del Liceo Scientifico “I. Adorisio”, le folte rappresentanze di alunni, genitori, docenti, personale ATA dell’Istituto Omnicomprensivo “L. Lilio” di Cirò e le altre Istituzioni territoriali intervenute, coralmente riunite, apparivano intensamente coinvolte nella Commemorazione della Shoah.
La manifestazione, di forte impatto emotivo, ha avuto un notevole peso didattico e culturale, in quanto, partendo dal nucleo centrale ha attraversato le tematiche della guerra, dell’intercultura, della solidarietà tra popoli e persone, dell’integrazione.
Differenziato e molteplice è stato l’approccio nello sviluppo degli argomenti trattati, dalla magistrale recitazione di Antonio Salerno, all’emozionante esposizione di poesie, riflessioni e testimonianze degli allievi di ogni ordine e grado dell’Istituto, e ancora dalle toccanti testimonianze di guerra del signor Francesco Leonetti di Pedace (CS) e del signor Antonio Benevento di Cirò Marina (KR) a quelle del signor Salvatore Cariati di Cirò (KR) che, pur non avendo avuto esperienze di guerra, ha narrato alcuni spaccati di vita quotidiana di tale periodo.
Per continuare con gli spunti di riflessione sull’interculturalità, multiculturalità e tolleranza evocati dalla dottoressa Roberta Berlingieri.
Gli allievi, coinvolti in una miriade di attività, hanno letto testi letterari, fatto ricerche di memorie scritte e foto di reduci di guerra e di campi di concentramento del territorio, hanno recitato, cantato, suonato, prodotto documenti grafici ed informatici.
Grande è stato il successo di tutte le performance degli alunni e tantissima la loro soddisfazione così come indelebile sarà questa esperienza. Essa sarà stata utile per non dimenticare la shoah, ma anche per essere stata un’esperienza didattica intensa e significativa.
La scuola quindi ce la può fare se mette a frutto la professionalità, l’esperienza, l’impegno, la dedizione di tutti coloro che in essa e per essa operano, con senso di responsabilità e in sinergia con le famiglie e le altre istituzioni del territorio in cui essa vive.
La Dirigente Scolastica
Prof.ssa Angela Corso
Mai ho letto cronaca di un evento più dettagliata e veritiera di quella descritta dalla Redazione de “Il Cirotano”, che (così ho saputo) ha partecipato alla rappresentazione teatrale dell’Omnicomprensivo di Cirò con un proprio inviato “armato” di registratore e macchina fotografica. Complimenti. La Shoah rappresentata dall’Omnicomprensivo è stata veramente coinvolgente: le testimonianze di adulti e bambini hanno saputo raccontare “la” distruzione, che è tra le pagine più vergognose della storia dell’umanità. Alessia, Leonardo, Lorenzo, al pari dei loro mattatori compagnetti di scuola, insieme a ‘zu Turuzzo Cariati, ad Antonio Salerno ed a Primo Levi, hanno detto a gran voce “ Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.”