“Più della metà dei terremoti catastrofici che si sono verificati in Italia hanno avuto origine in Calabria, sismi che hanno sprigionato un valore energetico 32 volte superiore rispetto a quello di Amatrice. Per questo occorre non perdere altro tempo”. È quanto ha sostenuto il responsabile della Protezione civile calabrese Carlo Tansi durante la riunione che si è svolta nella prefettura di Catanzaro con la partecipazione di prefetti, sindaci, forze dell’ordine e vigili del fuoco.
Solo il 54% dei Comuni calabresi ha un piano di emergenza e di questi pochissimi sono stati aggiornati dopo il 2012 (qui l’elenco). Secondo Tansi “c’è anche “un problema di qualità. Abbiamo visto un comune aspromontano approvare un piano contro il rischio tsunami”. Il prefetto di Catanzaro Luisa Latella ha esortato gli amministratori pubblici ad “agire rapidamente. Serve una forte presa di coscienza. Si è perso troppo tempo. È inquietante leggere l’elenco dei Comuni che hanno avuto finanziamenti e non li hanno spesi”.
Terremoti più forti in Italia
- Val di Noto, Sicilia orientale (11 gennaio 1693) – magnitudo 7,41 – 60.000 morti
- Reggio Calabria e Messina (28 dicembre 1908) – magnitudo 7,24 – 100.000 morti
- Calabria tirrenica centrale (8 settembre 1905) – magnitudo 7,06 – 557 morti
- Nicastro – Lamezia Terme (27 marzo 1638) – magnitudo 7,00 – oltre 10.000 morti
- Avezzano, Abruzzo (13 gennaio 1915) – magnitudo 6,99 – 30.519 morti
- Molise e Sannio (5 dicembre 1456) – magnitudo 6,96 – 30.000 morti
- Montemurro, Basilicata (16 dicembre 1857) – magnitudo 6,96 – 12.000 morti
- Messina e Reggio Calabria (5 febbraio 1783) – magnitudo 6,91 – 50.000 morti
- Irpinia e Basilicata (23 novembre 1980) – magnitudo 6,89 – 2.914 morti
- Irpinia e Basilicata (8 settembre 1694) – magnitudo 6,87 – 6.000 morti
Terremoti più disastrosi in Italia
- Messina e Reggio Calabria (28 dicembre 1908) – magnitudo 7,24 M – 100.000 morti
- Val di Noto, Sicilia orientale (11 gennaio 1693) – magnitudo 7,41 M – 60.000 morti
- Reggio Calabria e Messina (5 febbraio 1783) – magnitudo 6,91 M – 50.000 morti
- Avezzano, Abruzzo (13 gennaio 1915) – magnitudo 6,99 M – 30.519 morti
- Verona (3 gennaio 1117) – magnitudo 6,49 M – 30.000 morti
- Molise e Sannio (5 dicembre 1456) – 6,96 Mw – 30.000 morti
- Catania (4 febbraio 1169) – 6,60 Mw – 20.000 morti
- Montemurro, Basilicata (16 dicembre 1857) – 6,96 Mw – 12.000 morti
- Nicastro – Lamezia Terme (27 marzo 1638) – 7,00 Mw – oltre 10.000 morti
- Carinzia e Friuli (25 gennaio 1348) – 6,66 Mw – 10.000 morti