Si sono ritrovati alla presenza di altri cittadini sensibili al “grido d’allarme” lanciato dal comitato spontaneo riunitosi, dopo “un’assordante silenzio iniziale”, i componenti del proponente gruppo di cittadini liberi, che nelle intenzioni è stato promosso in modo informale, al fine di cercare di dare una risposta civile e partecipata alla grave situazione che l’operazione ”Stige” ha determinato nella comunità locale e nell’intera provincia. Un nuovo appuntamento che sarà proseguito e che ha avuto il merito di cominciare a tracciare le linee sulle quali lo stesso coordinamento appena nato dovrà proseguire e delle quali dovrà dotarsi. Un coordinamento che si sta cercando di costituire a seguito dell’operazione “Stige”che ha messo sotto i riflettori in maniera inequivocabile l’intreccio fra politica e ndrangheta e che già oggi, dopo i primi interrogatori di garanzia che ha rimesso in libertà o ai domiciliari qualcuno, vede confermati negli aspetti più gravi e principali gli elementi d’indagine e il loro conseguente arresto cautelare. In ogni caso, è apparso indubbio, che il momento richiede una decisa presa di posizione della società civile sana, che è la maggior parte, e che questo debba andare ad incidere e fare luce, come è stato detto, anche sugli aspetti amministrativi e gestionali degli apparati burocratici degli Enti coinvolti, laddove la legge 192 individua anche negli amministratori dirigenti la responsabilità degli atti, al di là della responsabilità politica. Si è quindi ravvisata e proposto di lavorare sul tipo di coordinamento o movimento da creare, se porre dei criteri di immissione a fare parte dello stesso gruppo, quali le azioni da proporre al Commissario Gualtieri per affiancare l’azione di risanamento economico e sociali della città. E’, infatti, sotto gli occhi di tutti che finalmente la città è libera da cartellonistica selvaggia, l’area portuale è stata resa più “vivibile” e altre iniziative di controllo sono in essere. Ai cittadini quindi la responsabilità di favorire questo processo di normalizzazione e moralizzazione, “senza volere essere né giustizialisti né moralisti”, come qualcuno, forse, vorrebbe a discapito della verità delle responsabilità oggettive e soggettive.