Organizzato dall’Associazione “Frammenti”, sabato scorso 16 novembre al Museo Archeologico della città, affidato dal Comune di Cirò Marina alla stessa Associazione, che ha aperto la stagione autunnale con un evento straordinario che a molti potrebbe sembrare in contrasto con la sua destinazione, ma che in effetti così non è stato.
Infatti l’Associazione, ha potuto organizzare l’evento “Vino novello al museo”, creando un piacevole incontro fra storia della vite e la sua evoluzione millenaria, sapientemente spiegato dalla stessa sovraintendente Maria Grazia Aisa, che con una sorta di letio magistarlis, ne ha tracciato le origini e la sua funzione sociale, la cultura e infine il valore sociale ed economico attuale. Un pomeriggio che è servito per celebrare una delle prime bevande presenti sin dall’antichità e che in Bacco ha avuto la sua divinità. Un vino rosso dal colore intenso e dai forti aromi che è il primo della vendemmia appena trascorsa e che compare sulle nostre tavole nei primi giorni di novembre e fino al suo esaurimento che si consuma nell’arco dell’anno. La sua caratteristica principale è il processo di vinificazione, denominato “macerazione carbonica” dell’uva intera, come ha spiegato Valentino Zito, uno dei sostenitori dell’evento che ha spiegato il processo, ben più semplice rispetto alla vinificazione vera e propria che darà origine ai nostri vini, oggi apprezzati in tutto il mondo, grazie al lavoro incessante delle tante aziende presenti sul territorio. Proprio per il suo contenuto alcolico e polifenolico, un vino che deve essere bevuto giovane, perché la sua sensibilità alla maturazione e la freschezza degli aromi tendono infatti ad esaurirsi nell’arco di un anno appena. Da sempre la ricorrenza religiosa di San Martino è annoverata nel calendario enologico come una tappa fondamentale del ciclo produttivo: i contadini, infatti, sono soliti dire che “a San Martino ogni mosto diventa vino”. Ed è proprio per celebrare la nascita del vino novello, quello ottenuto dalla recente vendemmia, che a novembre, molte cantine di tutta Italia si aprono agli enoturisti. Ma, con questo evento, oltre a coniugare la storia vitivinicola e la sua produzione in una sede appropriata per la sua valenza culturale, sede di molti reperti archeologici, si è anche parlato, affidando la relazione al dirigente della Regione, Carmine Maio, dell’importanza del settore vitivinicolo nel panorama regionale e nazionale, laddove il Cirò, ma non solo, rappresentano e si presentano nei vari circuiti nazionali e internazionali in maniera positiva e molto apprezzati. Un evento che ha anche “detto” che la città può e deve risollevarsi se tutte le forze sociali, associazionistiche e Istituzionali, cominciano ad agire e pensare in ”rete” per il bene comune, dimostrando così che, la laddove la politica, oramai assente nella nostra città, e questo forse non è un male, può essere soppiantata dal lavoro sinergico e fattivo dell’associazionismo e del volontariato , vero motore per un’agire solidale. Come la manifestazione di sabato ha dimostrato, infatti, intorno al’associazione Frammenti, molte associazioni, aziende, istituzioni, a dimostrazione che, come dicono in tanti, “Insieme si può
I saluti dell’Associazione sono stati affidati a Raffaele Vizza e Giulia Pugliese, che hanno espresso la loro personale soddisfazione per il riscontro avuto dall’evento e per le importanti presenze nel pubblico, lanciando l’invito a coinvolgere le scuole sin dalle prime fasce, infanzia e primaria, come già si sta facendo, per fare conoscere meglio il circuito archeologico istituzionale del territorio. Una serata che ha visto il “nostro archeologo” per antonomasia, Elio Malena, memoria storica dell’archeologia del territorio che ha declamato versi di diversi poeti che hanno decantato il vino nelle varie liriche e che la storia ci ha tramandato. E’ stata anche l’occasione per consegnare da parte delle’associazione Bikers di Cirò Marina, presente con il suo presidente, alcuni attestati di ringraziamento ai rappresentanti dell’Associazione per la fattiva collaborazione ricevuta in occasione del loro ultimo evento realizzato l’estate scorsa.
Ad Alfonso Calabretta, uno dei soci, è stato affidato il compito di chiudere la serata esponendo le varie attività in itere che il Museo vorrebbe perseguire, illustrandone gli scopi e gli intenti, ma soprattutto rimarcando e e rinnovando l’invito a tutti di fare rete.