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Home Cultura

Simposio scolastico fra i rappresentanti della scuola italiana e tedesca

by La Redazione - ilCirotano.it
17 Ottobre 2012
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Simposio scolastico a Pietrapaola

di Antonio Iapichino. La scuola continua a essere il centro propulsore per la crescita e lo sviluppo della comunità sociale. Dal bisogno oggettivo di migliorare l’offerta formativa verso la propria utenza, nell’ambito del “Gemellaggio fra il Comune di Pietrapaola e Warstein”, l’Istituto omnicomprensivo di Mandatoriccio e l’Istituto di istruzione superiore di Cariati, hanno realizzato un importante momento di studio, di ricerca e di confronto. Un simposio per comparare la normativa e la metodologia italiana con quella tedesca. Un confronto diretto. Vero. Concreto. Un momento di crescita. Due giorni di attività per meglio conoscere il sistema scolastico dei due Paesi. Hanno partecipato attivamente ispettori, dirigenti e docenti delle due nazioni. La prima giornata si è svolta a Pietrapaola mare allo scopo di raccontare l’organizzazione delle due realtà formative, evidenziando le relative normative. Gli esimi rappresentanti della scuola hanno effettuato incontri in classe e attività dirette presso l’Istituto omnicomprensivo di Mandatoriccio – sede a Pietrapaola. Si è proseguito, poi, con una ricca tavola rotonda, presso la sala convegni “Il Carlino” di Pietrapaola mare. Nell’introdurre i lavori il dirigente scolastico dell’omnicomprensivo di Mandatoriccio (istituzione che comprende le scuole di Mandatoriccio, Pietrapaola e Calopezzati) Angelo Serafino Parrotta, ha dato il benvenuto agli isslustri ospiti e ha evidenziato la valenza socio culturale dell’iniziativa scolastica che ha arricchito ulteriormente il già corposo gemellaggio. Il compito di tradurre in maniera simultanea gli interventi dall’italiano al tedesco e viceversa è toccato al professor Cosimo Bellanova. Un lavoro che il docente ha realizzato in maniera egregia. Il funzionario dell’Ufficio scolastico provinciale di Cosenza, Antonio Sessa, ha sottolineato la sensibilità del Miur su queste importanti tematiche e giornate di approfondimento e conoscenza. Il dottore Sessa, inoltre, ha messo in risalto che “i tempi attuali richiedono una didattica fortemente innovativa”. E ha espresso la propria convinzione che nell’apprendimento, in realtà, non ci sono molti scarti fra la scuola italiana e quella tedesca. Infine, ha fatto notare il bisogno di valorizzare la figura del dirigente scolastico al fine di migliorare la qualità, e la necessità di incentivare gli insegnanti per stimolare la ricerca. Il dirigente scolastico dell’Ipsia – Iti di Cariati, Gerardo Aiello, ha sottolineato che in entrambi i Paesi, Italia e Germania, esiste un impegno da parte dello Stato: offrire un’istituzione gratuita ai sull’ambiente, sulle acquee e giovani. Ha detto che in passato è stato già fatto qualcosa con le scuole tedesche: lavori sulla monumentalità delle due realtà. Il preside Aiello, inoltre, ha fatto notare che attraverso questi canali le scuole possono conoscersi meglio, ma soprattutto i ragazzi di domani si sentiranno maggiormente “cittadini dell’Europa”. L’ispettore tecnico – Dirigente del Miur, Francesco Fusca, ha esordito sottolineando l’importanza dell’appuntamento pianificato dalle due scuole (Cariati e Mandatoriccio). Poi, ha fatto riferimento alle diverse normative che hanno portato la scuola italiana verso l’integrazione, inclusione e la valorizzazione delle persone disabili che frequentano le attività scolastiche. A giudizio dell’ispettore Fusca la classe rappresenta la “società in piccolo”. Ha parlato, poi, della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. L’ispettore tedesco Winfried Ebert, ha messo in luce l’impostazione della scuola tedesca. Ha detto, innanzitutto, che ogni regione della Germania ha un suo sistema scolastico. In particolare ha parlato della scuola nella zona di Soest. Ha fatto sapere che la Germania, ultimamente, sta mirando molto a dare maggiore autonomia alle scuole.

La scuola elementare dura quattro anni, dopodichè i ragazzi frequentano la scuola secondaria di primo grado. Ha detto che c’è un ottimo lavoro fra la scuola elementare e la scuola materna, per consentire ai bambini di avviarsi bene a percorrere un valido processo formativo. Nella scuola elementare si cerca di offrire ai ragazzi l’opportunità di restare anche nel pomeriggio. Ci sono molti ragazzi di altre lingue, quindi, a molti gruppi, viene offerto l’insegnamento in madre lingua. Dopo la quarta elementare c’è la possibilità di entrare in diversi tipi di scuola, fino alla decima classe. A questo punto i ragazzi, in base al tipo di scuola frequentata, alla dodicesima o alla quindicesima classe, hanno la possibilità di arrivare alla maturità. L’ispettrice Cornelia Bornefeld Gronert ha apprezzato la gioia e la vivacità dei ragazzi presenti nelle scuole visitate a Pietrapaola. Ha detto che fino a qualche anno fa, in Germania, si pensava di dividere gli allievi con problemi per le varie scuole, per dar loro una migliore istruzione. Solo agli alunni con poche problematiche si dava la possibilità di stare nelle classi “normali”. Dal 2009 è stata ratificata la normativa che regola l’inserimento dei ragazzi con disabilità. Subito dopo è seguito un ricco e partecipato dibattito fra la platea e i relatori. La seconda giornata si è svolta a Cariati. L’appuntamento è servito per mettere in risalto la Pedagogia e la didattica speciale, attraverso il confronto dei metodi utilizzati nei due Paesi. Le attività sono iniziate con incontri in classe e attività dirette presso l’Ipsia – Iti di Cariati. Immediatamente dopo, una tavola rotonda di confronto presso l’Aula magna della stessa scuola. Ha introdotto e coordinato i lavori il dirigente scolastico, Gerardo Aiello, il quale ha evidenziato che è necessario capire, conoscere, confrontarsi con i colleghi della Germania su come affrontare i soggetti problematici. Una tematica che assume una valenza civile e sociale. A giudizio del dottore Aiello, la scuola può dirsi tale se riesce a offrire, a coloro che hanno difficoltà, la possibilità di superare le loro problematiche. Ha sottolineato che in Italia ci sono stati periodi difficili quando la scuola attivava una diversificazione e non riusciva a includere i soggetti con problemi. Oggi sembra aver risolto tale problema, ma ancora ci sono situazioni critiche. Con grande onestà vorremmo prendere, dalla scuola tedesca le positività che vi sono su questo terreno, per cercare di farle nostre e migliorare quello che facciamo. Questo perché se la scuola riesce a rispondere anche ai soggetti difficili, raggiunge la finalità fondamentale che è quella di migliorare la società, a cui appartengono anche i soggetti problematici. La coordinatrice del Gruppo H, Isabella Costantino, attraverso un messaggio scritto da un ragazzo disabile, ha sottolineato le difficoltà che si incontrano quotidianamente, quindi, ha messo in risalto il bisogno di promuovere azioni strategiche finalizzate all’integrazione e alla formazione dei ragazzi con problemi.

L’ispettore Francesco Fusca, in continuità con il lavoro del giorno precedente ha trattato l’inclusione e l’integrazione dei ragazzi con disabilità. Ha parlato delle riforma del sistema scolastico. Ha esposto il sistema della scuola italiana e ha messo in evidenza che è fondamentale la continuità educativa: l’individuo entra a scuola a 3 anni ed esce a 19. Inoltre, ha messo in luce la necessità di una conoscenza vera della psicologia dell’età evolutiva. A giudizio del dottore Fusca è giusto che i disabili stiano nelle classi comuni, come d’altronde indicato dalla Convenzione Onu. L’ispettrice tedesca Cornelia Bornefeld Gronert, ha spiegato che in Germania esiste il sistema differenziato per i bambini con problemi. Per ogni situazione particolare c’è un sistema ben preciso. Si comincia dal numero di alunni per ogni classe, poi si valuta la problematica: non vedenti, non udenti ecc. Gli insegnanti che lavorano nelle scuole speciali sono meglio pagati rispetto agli altri colleghi. Dal 1970 c’è l’obbligo di scolarizzare anche gli alunni con molteplici handicap. La scuola speciale è diversificata in base ai problemi: per chi ha difficoltà di apprendimento, chi ha problemi linguistici, cosi per gli audiolesi, non vedenti, ecc. I docenti che insegnano in queste scuole speciali sono stati specializzati in base alla categoria di alunni. Pian piano alcune regioni stanno cercando di mutare questa situazione. Ora nella scuola primaria ci sono sempre più presenti alunni con diverse problematiche che fanno di queste scuole una realtà colorata e felice. Si stanno creando i presupposti per l’inclusione dei ragazzi con problemi all’interno della scuola “normale”. Si utilizza uno specifico procedimento per accertare la necessità di sostegno individuale. Il 4,7 % degli studenti tedeschi viene accolto nelle scuole speciali. Di questo 4,7%, il 70 % ancora è nelle scuole speciali. Ogni alunno che passa la soglia della scuola deve essere seguito nel suo cammino e formazione scolastica. La neuropsichiatra infantile Clelia Basile, dell’Asp Cosenza, ha messo in risalto che al centro dell’attività svolta dal Npia c’è il bambino e i suoi problemi. Ha parlato del bisogno di un’attività sinergica fra la famiglia, la scuola, il pediatra, ed eventualmente lo psicologo. Ha tracciato una sintesi del percorso da effettuare per ottenere il sostegno scolastico e l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap. Il dirigente scolastico Luciano Crescente, (dal primo settembre in quiescenza) è partito dal bisogno di garantire ai ragazzi la felicità e lo star bene. Ognuno, ha detto, ha diritto a essere felice, quindi, anche il diversamente abile. Il preside Crescente ha citato don Milani: “Non si può garantire parti uguali a disuguali. La scuola deve dare degli stimoli. Deve emozionare. A giudizio del dottore Crescente pedagogia e didattica speciale rappresentano una nuova frontiera che si è aperta con la disabilità, ma nelle scuole non serve soltanto per i diversamente abili.

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Infatti, ha come riferimento anche i ragazzi difficili nelle classi normali. Crescente non condivide la suddivisione dei bambini in specifiche strutture in base alle loro difficoltà. A suo parere, però, il sistema tedesco e quello italiano potrebbero integrarsi nelle buone pratiche. L’ispettore tedesco Winfried Ebert, ha esordito dicendo che quello italiano e quello tedesco sono due sistemi scolastici non molto distanti fra loro: amiamo i ragazzi che ci sono stati affidati. Il nostro fine ultimo è che nella scuola ogni ragazzo possa essere seguito individualmente. Ha fatto seguito la testimonianza di un genitore di due ragazzi disabili. Un appello forte. Sentito. “In molte situazioni”, ha detto, “il disabile non ha bisogno di apprendere le singole discipline, ma vuole vicino a sé persone che lo facciano sentire sicuro”. Ha raccontato le difficoltà oggettive di un papà che vive giorno per giorno con due disabili. “Chiedo aiuto anche per far fare una passeggiata, ma nessuno è mai venuto!”. Il dirigente scolastico Umile Montalto, ha parlato del bisogno di un’inclusione globale delle persone con problemi di disabilità, partendo dalla scuola, dove è necessaria l’integrazione dei bambini disabili, ma anche nella comunità sociale, con l’abbattimento delle barriere architettoniche e nel mondo del lavoro con il loro giusto l’inserimento. Il dirigente scolastico Angelo Serafino Parrotta ha fatto notare che in Italia è stato formalizzato il passaggio alla tecnologia informatica. “Si apre una nuova sfida, quella digitale che coinvolge anche i disabili, ma, si chiede il dirigente, aiuta i disabili?”, Dunque, una “nuova frontiera nell’essere docente”. Parrotta ha concluso affermando che “è necessario impegnarsi e attrezzare la scuola in modo da avere le capacità di saper dare risposte alle esigenze dell’utenza”. Ha concluso i lavori del simposio l’ispettore Fusca, il quale ha evidenziato che in Italia il 2 % dei ragazzi è disabile. Ha fatto notare che il ragazzo disabile che frequenta la scuola viene seguito totalmente, in sinergia anche con altre istituzioni. Ha evidenziato che attorno alla scuola ruotano altre agenzie educative. L’ispettore Fusca non ha dubbi sull’utilità delle tecnologie avanzate.

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