
All’insegna del virtuosismo tecnico ed interpretativo è stato il concerto al quale abbiamo assistito domenica 11 novembre presso la chiesa dell’Immacolata di Crotone. Ospite speciale della Società Beethoven, che organizzava il concerto, la giovanissima violinista Masha Diatchenko, che si è esibita in un recital che più volte ha fatto esplodere il numerosissimo pubblico presente in vere ovazioni. Presenti alla manifestazione tutti i diplomati dei Conservatori Calabresi, che stanno partecipando ai Corsi Professionalizzanti di Alta Formazione promosso dalla Regione Calabria, Assessorato alla Cultura con fondi Europei. Artista, la Diatchenko, che sembra non conoscere limiti al suo innato virtuosismo. Ascoltandola si ha la sensazione che sonorità, ore calde, ora frizzanti, passaggi virtuosistici al limite dell’umano, capacità di passare, da un adagio penetrante ad un vorticoso e brillante allegro, siano la cosa più semplice per lei. Un concerto dove la poliedrica artista, ha saputo incantare con l’esecuzione dei Capricci di Paganini e dialogare, in maniera mirabile con l’orchestra “Orfeo Stillo”, che l’accompagnava, in una simbiosi unica e irrepetibile.
Il programma comprendeva: N. Paganini: “Capricci” : n° 5 in La min., n° 13 in Si bem. Magg., n° 19 in Mi bem. Magg. , n° 21 in La bem. Magg. ; B.Bartkók : “Rumanian Folk Dances” ; C.Saint-Saens: “Introduzione e Rondò Capriccioso” ; P.De Sarasate: “Malaguena”, “Habanera”, “Romanza Andalusa” , “Zapateado”. Nei Capricci la Diatchenko ha saputo cogliere e offrire un esempio di come la ricerca tecnica, potesse divenire in Paganini una fonte di geniali novità timbriche, ritmiche ed armoniche. L’orchestra invece, con una lettura, strepitosa non solo a sprazzi, innovativa, ha colorito la geniale semplicità polifonica delle famosissime Danze Rumene di Bartok. Suono caldo, amalgama elegante e controllato, con un calore ora caldo, ora brillante, l’orchestra ha sottolineato la vena popolare delle splendide danze. Saint Saens e De Sarasate, sono stati poi gli autori che hanno, con le loro composizioni, messo in luce sia il calore degli adagi, sia i virtuosismi degli allegro, nei quali solista e orchestra, sembravano un tutt’uno tesi a trasmettere ad un pubblico ammutolito, eleganza, suono capace di penetrare nell’interno dell’animo e controllo sempre totale dell’emissione. Un bis con un Cantabile di Paganini, ha concluso una serata ricca di tantissime emozioni.