La Fontana del Principe è ritornata ad essere una discarica a cielo aperto, una zona in totale stato di abbandono, un luogo ormai dimenticato da tutti, o quasi. L’idea di scattare delle foto ai luoghi più significativi della città, a fine novembre, ci ha spinto verso la zona Ovest della città, ai piedi della collina di Madonna d’Itria: da una stradina nascosta non segnalata su nessuna mappa, con un cancello spalancato arriviamo alla Fontana. Si ma dov’è? Davanti a noi c’è una canneto, una discarica di pneumatici, montagne di detriti qua e là e spazzatura di ogni genere. Ah eccola! E’ lì, proprio lì, dov’è sempre stata d’altronde, la settecentesca Fontana del Principe. Parte integrante del grandioso giardino del sovrastante Castello degli Spinelli, oggi conosciuto come Castello Sabatini. Ma ora si è mimetizzata nella vegetazione, un albero di fico copre la vecchia vasca di accumulo delle acque. Ci districhiamo tra gli ostacoli naturali e “artificiali”, finalmente è lì davanti a noi. Scattiamo delle foto e usciamo scoraggiati e delusi.
Tornati in Redazione decidiamo di segnalare il tutto all’assessore alla cultura Sergio Ferrari. Stamane, dopo soli 10 giorni, insieme al sindaco, Roberto Siciliani, l’assessore Ferrari ha effettuato un sopralluogo: “La situazione effettivamente – dice Ferrari – è a dir poco indecente, stiamo immediatamente attivando tutto il necessario per il ripristino del luogo e ridare la giusta dignità alla Fontana del Principe”. In passato le amministrazioni precedenti, in primis l’assessore Pasquale Cataldi della Giunta Parrilla, si erano impegnate con progetti di riqualificazione dell’area, per renderla fruibile in maniera adeguata a turisti e curiosi. Lo stesso Cataldi ha permesso al Comune di ottenere la proprietà dell’area, circa 2.000 metri quadrati, dietro un corrispettivo simbolico di 100 euro al proprietario del terreno. Addirittura molti anni fa, Luigi Ruggiero, all’epoca vice sindaco, aveva proposto alle Autorità competenti il trasferimento di tutto il blocco monumentale dalla sede originaria al centro abitato della cittadina. Più precisamente lo si voleva posizionare in un prestigioso angolo del lungomare. Il sogno dell’assessore Cataldi era riportarla al suo antico splendore con un progetto di restauro, ma purtroppo continua ad essere abbandonata a se stessa.
La fontanta del principe, ha bisogno di un restauro degno, ma se per il restauro ci vogliono i soldini’ basta fare una bella pulizia dalle erbacce ed una stradina per poterci arrivare, il costo dovrebbe essere molto di meno rispetto ad un restauro.
Ogni tanto si pone l’attenzione sulla Fontana del Principe quando qualche anima pia si incarica di segnalare a chi di dovere lo stato ignobile in cui si trova(non da poco tempo,improvvisamente,ma da sempre)..seguono sopralluoghi,proposte,promesse,suggerimenti vari e poi inevitabilmente finisce tutto nel dimenticatoio fino alla successiva anima pia.Intanto la Fontana sta li’all’acqua e al vento senza che nessuno finora abbia fatto concretamente qualcosa per salvarla dall’incuria,eppure è un’opera degna di essere visitata e ammirata testimone di un passato sicuramente piu’ glorioso del presente e siccome non ne sono rimaste molte nella nostra Ciro’ cerchiamo di tutelare quel poco che c’è.
Ma è propio vero, che i CIROTANI di OGGI,sono i discendenti degli abitanti della gloriosa ed insuperata MAGNA GRECIA? Non ci credo proprio!
Giovanni Russo detto Ninetto
Bella domanda… certo che discendiamo dai colonizzatori provenienti dalla Grecia, ma anche dagli abitanti indigeni, i Bruzi, o Bruttii, che non dovevano essere proprio delle mammolette quanto a carattere. Ci saranno stati anche in quell’epoca di ‘grecizzazione’ dei problemi di integrazione ‘razziale’: una conquista di territori, quali che ne siano le modalità non è mai indolore, anzi, guai se così non fosse. Ciò premesso, discendere da una stirpe, per quanto nobile ed evoluta possa essere, può costituire un buon viatico, ma non è garanzia di un presente o di un futuro luminosi: questi, l’uno e l’altro, bisogna guadagnarseli giorno dopo giorno, crescendo in quella civiltà di cui si è avuta la fortuna di essere i depositari. Per tornare alla Magna Grecia, penso che si dovrebbe mettere da parte la retorica, e ricominciare a studiarla e capirla: farsene interpreti. E per quanto riguarda lo spostamento della fontana dell’Alice in altro sito, inviterei a non pensarci nemmeno, a questa ipotesi, ma di provvedere al più presto alla messa in sicurezza e al restauro del’opera, tantoppiù che quel monumento potrebbe far da volano allo sviluppo di un contesto culturale che comprenda anche il castello Sabatini e Madonna d’Itria.
Grazie,
Cataldo Antonio Amoruso, da Pc.
…ovviamente nell’intento di denunciare lo stato di abbandono, non di abbattere la pigna dei Naty!
Cataldo Antonio Amoruso
Questo commento sarebbe la sintesi del problema dei cirotani e di tanti altri italiani: il fatto di essere discendenti della Magna Grecia oppure da Michelangelo, etc. non vuol dire un bel niente oggi nel (quasi) 2013. Si deve concentrare su quello che state facendo OGGI per il futuro italiano DOMANI. La concentrazione sulle capacita’ degli antenati danneggia solo.
Un bambino non prende mai i primi passi se porta il nonno in spalla.
Mi piange il cuore, e non è un modo di dire. Questa estate ho cercato di far vedere la fontana ai miei figli ‘spiànn’ dalla superstrada. Non ci sono riuscito! Eppure io lo so dov’è, la fontana. Lo so fin troppo bene, come tutti quelli che come me non hanno trovato il modo di fare qualcosa per quel monumento, se non trattenerne il ricordo e cedere all’amarezza che si impadronisce dei sentimenti davanti a tanta incuria. Credo di essere tra gli ultimi ad aver visitato di nascosto il sottostante giardino della famiglia Nicastri, vicino al vecchio ‘ammazzatoio’, dove andavamo a comprare o farci regalare un po’ di sangue per ‘u sancìl’. All’epoca esisteva ancora la fonte dell’Alice, e le piante da frutto di quel giardino trovo che fossero difficilmente descrivibili, benché fossero già in stato di abbandono: sembravano, quei frutti, provenire da un’altra epoca. C’era, non distante, la casa di un certo ‘zzu Catàvur’ dove andavo con mia madre a comprare -o barattare- nientemeno che i ‘porcedduzz ‘e niàn’, i maialini d’India. In effetti mi ripromettevo di inviarvi un po’ di materiale per quanto riguarda l’abbandono non solo della fontana del Principe, ma anche della Torre Nuova, e della Torre Vecchia, per non parlare del casino Naty, ormai abbandonato, con quella meravigliosa ‘pigna’ che qualcuno ha osato abbattere… Mi conforta che qualcuno mi abbia preceduto, in questo intento: grazie!
Cataldo Antonio Amoruso.
Personalmente credo che l’idea del gia’ Vice Sindaco della Giunta Filippelli, Prof. Ruggiero, non sia affatto peregrina anzi, lo spostamento al centro della cittadina( ferma restando la fattibilita’ tecnica dell’operazione) potrebbe consentire una migliore tutela della fontana ed una maggiore fruibilita’ della stessa per i visitatori.
non so nemmeno come ci si arriva!!!