Sempre e soltanto per rispetto nei confronti dei cittadini, ci vediamo nuovamente costretti a replicare alle false e gravi affermazioni del solito fantasma rappresentante di se stesso. Dietro diverse ma altrettanto fantomatiche sigle associative, tutte prive di consistenza, un giorno sì e l’altro pure, questo ectoplasma della democrazia, senza terra e senza popolo, crede di poter confondere i cittadini e di offendere le istituzioni. Prendiamo intanto atto, dalle stesse conclusioni dell’ultimo sproloquio, che il suo obiettivo dichiarato è quello di candidarsi alle prossime amministrative. Nell’attesa, tuttavia, che si manifesti, che diventi reale e che il fantasma dimostri quegli attributi necessari per confrontarsi, non guardandosi allo specchio ma indicando le soluzioni concrete per risolvere le questioni aperte in città nel territorio, non possiamo che considerare indegno del dibattito democratico lui e quanti come lui, privi di qualsiasi consenso e rappresentatività, concepiscono solo il metodo dell’offesa, delle accuse strumentali, della demagogia, della violenza verbale e dell’estremismo come missione di vita. Stendendo un velo pietoso sul tentativo di strumentalizzare perfino le vittime sulla SS106, senza alcuna forma di rispetto nei confronti del dolore delle tante famiglie colpite da questa tragedia sociale, respingiamo con fermezza tutte le stupide accuse rivolte al Sindaco Giuseppe Antoniotti ed alla classe dirigente di questa città messa sul banco degli imputati per tutti i mali che la Calabria subisce da decenni: dal gap infrastrutturale al taglio dei treni, dagli incidenti stradali al collasso del sistema regionale dei rifiuti. Siamo alla follia o alla stupidità. Certamente siamo di fronte ad un finto non vedente che pensa di millantare crediti inesistenti raccontando la favola dell’immobilità amministrativa o quella ridicola delle presunte scorribande elettorali che ha visto solo lui.
Non c’è settore dell’azione quotidiana dell’Esecutivo sul quale, con un’abnegazione imposta dalle gravissime emergenze ereditate ed in atto, il Primo Cittadino non sia personalmente impegnato, notte e giorno, con rinunce pesanti, a partire da un suo eventuale impegno elettorale, che non c’è mai stato. Anche solo pensare il contrario, più che scorretto e vigliacco è sintomo eloquente di totale assenza di lucidità. L’impegno dell’intera squadra amministrativa, con il sostegno fattivo e leale della maggioranza consiliare, dal Pdl all’Udc alle liste civiche, è proteso ogni giorno a fronteggiare gli effetti di una crisi economica che continua a privare gli enti locali delle risorse per dare a tutto le risposte più adeguate. Il senso di responsabilità con il quale la Giunta Antoniotti sta affrontando una ad una le emergenze dovrebbe soltanto indurre ad un maggiore equilibrio in una fase delicatissima in cui il populismo non serve a nessuno ed a nulla. Dà anzi fastidio ed inquina perfino l’atmosfera. – Sulla questione rifiuti, infine, esplode l’odio ideologico di questo fantasma che ha come unico nemico politico il Sindaco dell’unica città che, dati alla mano, sta certificando un aumento progressivo annuale delle percentuali di differenziata in un territorio in cui le soglie migliori raggiunte in altri comuni (quelli che fanno la differenziata, perché non è ovunque così!) non superano il 10%, quindi al di sotto della media regionale che si attesta, invece, al 12,43%. Il 19,70% nel 2010; il 21,10% nel 2011; il 23,36% nel 2012. Sono, questi i dati, invece, che raccontano la crescita in termini di raccolta differenziata a Rossano. Se non avessimo avuto la difficoltà di smaltimento dell’umido, saremmo cresciuti ancora. Ci si documenti sui numeri della differenziata nel basso ionio e nell’area urbana e poi si abbia almeno il coraggio e la dignità, se si ritiene sia questo il modo di confrontarsi, di chiedere il conto ai propri amici di partito o fomentatori del populismo di piazza. Per quel che ci riguarda, sui rifiuti così come su tutti gli altri settori, come Amministrazione Comunale restiamo impegnati nei fatti e senza proclami, ritenendo che la soluzione dei problemi della gente non debba avere colori politici.