Il ddl anticorruzione è diventato legge per come fra l’altro previsto dalle raccomandazioni dettate all’Italia terni dal Consiglio d’Europa che controllano la conformità degli standards internazionali della normativa interna di opposizione alla corruzione. Molte di queste novità sono state affrontate durante un interessante incontro nella giornata di sabato scorso nel teatro Alikia di Cirò Marina. Il responsabile della pubblica amministrazione può essere chiamato a rispondere per danno erariale e per danno all’ immagine della pubblica amministrazione in cui opera in caso di commissione, di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato. Questo è solo uno dei tanti punti modificati dalla nuova normativa. Ancora: sono previsti poi incrementi di pena per i reati di Corruzione in atti giudiziari (la pena contemplata per l’ipotesi base passa da tre – otto anni a quattro – dieci, mentre per la forma aggravata di cui al secondo comma dell’art. 319 ter si prolunga la pena minima da quattro a cinque anni), di corruzione propria (da quattro a otto anni rispetto agli attuali due – cinque), di Peculato (la pena minima passa da tre a quattro) e di Abuso di ufficio (dagli attuali sei mesi – tre anni si passa da uno a quattro anni). Come pure viene introdotta la norma che le amministrazioni sono obbligate a rendere noti sui propri siti istituzionali anche i bilanci e i conti consuntivi, oltre i costi di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi. Secondo il ddl ciascuna amministrazione ha il dovere di adottare e aggiornare i propri piani anticorruzione entro il 31 dicembre di ogni anno. Tutte queste problematiche giuridiche e pratiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, come dicevamo in apertura, sono stati trattati in un interessante convegno promosso dalle Associazioni “Anfi” e “Idea” di Cirò Marina, alla presenza di un folto pubblico di amministratori, rappresentanti gli Enti locali, forze dell’ordine, Finanza, avvocati e giuristi nel teatro Alikia di Cirò Marina, nella giornata di sabato scorso.
L’evento formativo ha affrontato, come dicevamo, le problematiche giuridiche e pratiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione e sono state condotte da illustri relatori esperti della materia. Su tutti, il prof Antonio Maria La Scala, docente della Lum (Libera università mediterranea) di Casamassima, Bari, che ha parlato delle principali normative introdotte dalla nuova legge 190 del 6/11/2012. L’obiettivo della giornata formativa è stato quello di delineare il delicato confine tra le condotte del pubblico ufficiale contrarie al dovere perseguibili semplicemente a livello disciplinare e quelle invece che evidenziano un grado talmente alto di illiceità da dover venir perseguite con le sanzioni più dure proprie del diritto penale. L’incontro, che è stato un vero e proprio corso formativo ha fornito le conoscenze di base e gli strumenti “logici-analitici” per comprendere gli aspetti pratici della disciplina, questo, onde evitare condotte da parte dei pubblici ufficiali, penalmente rilevanti. I temi trattati hanno riguardato la concussione, la corruzione per l’esercizio della funzione, la corruzione come atto contrario ai doveri d’ufficio e ancora, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, la corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, l’istigazione alla corruzione. La regalia come forma di tangente, la concussione per conduzione e la concussione per costrizione e poi la concussione propria e impropria a fronte di un codice deontologico che prevede procedimenti disciplinari interni. Codice etico, la corruzione per l’esercizio della funzione. Tutti temi che alla luce, della nuova legge, “finalmente” come ha detto, La Scala, introducono l’interdizione dai pubblici uffici per i condannati sopra i tre anni. Concetti espressi anche dal dirigente del ministero degli Interni, Fabrizio Gallo, che ha giudicato positivamente le nuove norme introdotte come le misure preventive sui codici di condotta e i tempi ridotti per ciò che attiene la repressione dei reati. L’avv.to Francesco Laratta, parlando anch’egli delle misure cautelari reali in merito alla concussione e corruzione ha sottolineato le difficoltà in sede processuale per l’onere della prova, il che “arrivando a sentenza e riducendo la sanzione per questo reato, si sono accorciati i tempi di prescrizione”. I saluti introduttivi, sono stati a cura dell’avv.to Giavanna Abbruzzino per l’Anfi e del presidente dell’associazione Idea, Leonardo Fuscaldo. L’assessore Sergio Ferrari che ha portato il saluto dell’Amministrazione.