“Il Comune attraverso il mio assessorato, sarà con voi e rappresenterà le Vostre istanze, se sarete uniti ed avrete una sola voce”. “Non chiedete a me o all’Ente, di prendere iniziative a vostro sostegno se non creeremo sinergie tutti insieme”. Questi due, in sintesi, sono stati i messaggi e le dichiarazioni che l’assessore all’agricoltura, Ferdinando Amoruso, ha lanciato agli agricoltori della città durante una conferenza stampa indetta appunto per sentire e capire se la categoria dei piccoli viticoltori, fosse o meno compatta, per poi, “insieme” affrontare con largo anticipo, l’annoso problema, che si presenta puntualmente, del conferimento delle uve. Invero, la stragrande maggioranza dei “vignaioli”, non era presente, vuoi forse per la poca informazione, dell’iniziativa comunale, vuoi, come Calabretta, uno dei pochi presenti ha affermato, perché timorosi di possibili eventuali “ritorsioni” da parte degli acquirenti il prodotto. Una incontro fra pochi addetti, ma che la dice lunga sul difficile cammino unitario che il comparto vive e che non riesce a creare quella forza che potrebbe determinare cambiamenti significativi. Certo, lo stesso assessore lo ha affermato, la preoccupazione dell’Ente, in questa fase, più che essere rivolta alle Cantine, dove ognuno e qualcuna più di altre, riesce o ha creato una sua forza indipendente, deve necessariamente passare per la tutela dei piccoli produttori che sono quelli che alla fine, più di altri, pagano il prezzo della crisi. Il tema è stato affrontato brevemente su più versanti.
Ma quello che più stupisce è che a fronte di circa 50 cantine e 79 imbottigliatori presenti sul nostro territorio, ancora ogni anno, qualcuno non riesce a vendere il proprio prodotto vedendosi addirittura ridurre il costo in entrata a fronte di un aumento dei prezzi delle materie prime. Da qui, l’urgenza di attivarsi, questo il messaggio scaturito dall’incontro, per creare un’associazione di piccoli produttori che possano con decisione dire la loro sul mercato del conferimento. Cosa molto difficile e ardua. Ci vorrebbe anche, come qualcuno ha detto, un intervento deciso del consorzio di tutela, perché, a dirla fino in fondo, si sta parlando della principale economia del comprensorio e se crolla anche quella in questo vortice di crisi socio economica, per il nostro territorio diventa “buio fondo”. Lo diciamo, anche perché, nella pre conferenza abbiamo ascoltato delle veementi accuse degli uni contro l’altro, dalle quali si ha la netta sensazione, che al di là dei tanti problemi legati al comparto vitivinicolo, ve ne è uno più grande, la mancanza di un sentire e volere comune a difesa del Cirò, che è anche difesa della sua storia agricola, della sua cultura enogastromica, della sua economia generale. “Tutti uniti, l’un contro l’altro armati”, a questo concetto, l’assessore e l’amministrazione si tirano fuori, a dichiarato Amoruso. Sì a qualunque iniziativa che abbia una sola voce a difesa dei piccoli produttori.