“La stagione congressuale che sta per aprirsi, è senza dubbio per il PD Calabrese un’occasione unica per porre al centro del dibattito politico una visione rinnovata non solo della proposta politica da mettere in campo ma anche del modo di fare politica, esigenza ormai impellente e alla quale non si può più sfuggire – afferma in una nota Enrico D’Ettoris, Partito Democratico. I congressi per qualsiasi soggetto politico, sono sempre da considerare un momento di altissimo valore democratico e nel caso del PD Calabrese lo sono ancor di più visto e considerato la lunghissima fase di commissariamento. È ora che la responsabilità delle scelte ritorni agli iscritti e ai circoli che sul territorio restano la prima interfaccia tra cittadini e partito, ed è anche ora che il PD mostri tutta la sua maturità favorendo anche la dove non vi siano soluzioni unitarie un confronto politico ampio tra più proposte, che spero nascano da assemblee partecipate e non al chiuso di una stanza.
Nonostante la sconfitta elettorale riportata in Calabria, è offerta al PD una chance considerevole per recuperare e rinsaldare il rapporto con il proprio elettorato, a patto che la discussione politica non cada su temi lontani dalla gente ma al contrario faccia proprie le istanze di tanti cittadini che sfiduciati dalla politica e vessati dalla crisi economica chiedono ai partiti maggiore partecipazione nelle scelte, maggiore etica e un più convinto intervento sui costi della politica. Il PD dovrà saper far suo questo tema proprio in tale occasione, enunciando chiaramente la lotta agli sprechi partendo dai luoghi dove governa e proponendo ai suoi amministratori un’ ampia riflessione sul taglio dei costi della politica puntando sulla diminuzione delle indennità a tutti i livelli, una maggiore sobrietà nella gestione della cosa pubblica e una visione più lungimirante e a lunga scadenza delle politiche di sviluppo da mettere in campo per ridare slancio ai territori. Ma il congresso dovrà essere anche il momento giusto sia a livello provinciale che regionale per affrontare concretamente il tema del rinnovamento della classe dirigente, problema non più rinviabile e fortemente sentito dal nostro elettorato, un rinnovamento serio che vada verso i contenuti e non puramente un ringiovanimento su base anagrafica. Oggi al PD non servono nè posizioni di rendita né semplici portatori di voti, servono portatori di idee e di competenze perchè è questo il terreno sul quale abbiamo perso più strada e sul quale non riusciamo a far convergere il consenso. Idee nuove, nate dal basso e dalla partecipazione della società civile alla vita del partito. Se il PD saprà cogliere questi imput, se saprà farli proprio riuscirà a ripartire con convinzione verso i nuovi appuntamenti elettorali che lo attendono in Calabria, se al contrario vivrà questa fase congressuale come semplice gioco di posizionamenti o peggio ancora come lotta di tessere avrà perso una grande occasione e l’attuale classe dirigente dovrà assumersi una responsabilità non priva di grande peso politico”.