“Il 25 aprile deve essere una ricorrenza realmente condivisa. Oggi, verosimilmente, tale data può rappresentare un momento di vera conciliazione rispetto agli anni in cui veniva gestita quasi esclusivamente dall’estrema sinistra contro il resto del Paese. Quest’anno la ricorrenza ricade con una fase delicatissima che attraversa il Paese: si pensi alle problematiche economiche che attanagliano gli italiani ed anche alla fase delicatissima che occorre gestire a quasi 2 mesi dalle elezioni politiche. Una fase che, a mio avviso, stante le difficoltà, dovrebbe registrare un’ampia disponibilità ed una maggiore responsabilità da parte di tutti. Posto che questa data rappresenta la storica vittoria dell’antifascismo, quando si tratta di guardare al presente ed al futuro sono dell’idea che è più logico festeggiarla come vittoria della libertà e della democrazia. Semplicemente per comodità e per una maggiore comprensione, quindi senza nessun intento polemico, basti pensare sul piano internazionale ai Paesi comunisti, che erano certamente antifascisti, ma non erano democratici e liberali. Mi auguro che il 25 aprile, in questo momento di grave e straordinaria crisi non solo economica, ma anche valoriale e di ideali, sia una festa che serva per unire e non per dividere. Una festa che diventi davvero nazionale in modo tale che in essa tutti possano riconoscersi”.