Le massime autorità del Comune di San Cataldo, in Sicilia, hanno sancito, con una articolata cerimonia significativa e ricca di simbologie cristiane e civili, il loro gemellaggio con il Comune di Cirò Marina. Mercoledì 8 maggio, ricevuti dal Sindaco, Roberto Siciliani e da alcuni componenti la giunta, fra i quali l’assessore alla cultura, Sergio Ferrari, presso la sala dello stesso primo cittadino, Francesco Raimondi, sindaco di San Cataldo, accompagnato per l’occasione dal presidente del Consiglio della stessa città siciliana, Cristofaro Amico, dall’assessore alla cultura, Giuseppe Ansalone e dal corpo della polizia Municipale con in testa lo stesso comandante, hanno dato vita allo scambio dei gonfaloni e al rituale protocollo che, una volta sottoscritto, ha di fatto sancito il legame fra queste due comunità, entrambi devote al Santo patrono, San Cataldo Vescovo. Una fede e un amore per questo Santo che da pochi giorni lega non solo Cirò Marina con San Cataldo, ma anche con Supino, gemellaggio avvenuto nel 2007 e che rafforza e conferma l’amore e la fede per San Cataldo, quale valore irrinunciabile. Dopo le reciproche parole di ringraziamento e solidale affermazione verso il raggiungimento di più larghe e coinvolgenti manifestazioni di scambi culturali, storici e religiosi, le due comunità si sono strette più significativamente intorno ai valori di fede che questo santo rappresenta. A testimoniare questi valori, il decano della chiesa locale, Mons. Antonino Terminelli, don Gianni Filippelli, parroco della parrocchia di San Cataldo e l’artefice di questo gemellaggio, Caterina Amodeo. Con una cerimonia nella cerimonia infatti, la stessa nostra concittadina, è stata nominata dal presidente della confraternita di San Cataldo, socio onorario dello stesso comitato siculo, delegandola a rappresentare la confraternita sia presso la comunità di Cirò Marina che di Supino consegnandole, la stola della congregazione, poi consegnata anche formalmente al Sindaco, Roberto Siciliani e a don Gianni Filippelli.
Lo scambio poi dei simboli tradizionali delle due comunità. Da parte della delegazione siciliana: il pane di San Cataldo che in occasione della festa viene distribuito a tutti e che simboleggia l’abbondanza, un dolce tipico e l’abito della congregazione. Da parte del comitato di Cirò Marina, le tradizionali “zagarelle” per la protezione, i “vestitini” di San Cataldo, per la fede, i “cuddureddi”, dolce tipico. Cultura, fede, tradizione, turismo, gastronomia, tutti elementi che hanno fatto parte dei messaggi di unione e gemellaggio, lanciati dai due primi cittadini. Poi, la Santa Messa che ha preceduto il sempre suggestivo giro del santo, sulla barca a mare, seguito da migliaia di fedeli, prima che la processione portasse il Santo a Madonna di Mare, dove all’indomani si è svolta la tradizionale “agape”. Poi il rientro nella chiesa Madre in piazza Diaz, la devota e seguitissima processione in paese e nella serata prima dei fuochi d’artificio finali, il concerto dei Cugini di Campagna. Non è mancato, durante la visita della delegazione di San Cataldo, la visita alla mostra allestita da Alfonso Calabretta, dei vestitini di San Cataldo. Mostra che ha molto colpito l’assessore alla cultura di San Cataldo, tanto da fargli affermare e promettere sin d’ora che in occasione della loro Novena, il prossimo anno, sicuramente, organizzerà un pulman di fedeli che verrà nella nostra città per visitare la mostra e allargare lo spirito stesso del gemellaggio. La riffa, le coloratissime “zagarelle”, i gruppi musicali, il giro per le bancarelle, nonostante la crisi, e i fuochi pirotecnici dopo la mezzanotte, come abbiamo già detto, hanno chiuso questi festeggiamenti del santo Patrono, restituendo ai fedeli una rinnovata fede e alla città, una festa, ritrovata nella sua essenza spirituale e nella sua voglia di comunione e comunicazione.
oime’ mi dispiace sottolineare un punto fondamentale su questo gemellaggio,dove ha creato moltissime spaccature e amarezza nonche’ molta difficolta’ a NOI dell’organizzazione,dove siamo venuti a conoscenza di questo patto a cosa gia’ organizzata prendendoci offese ed insulti dalla cosi’ come si e’ lei definita “gancio,”che ha fatto si che questo gemellaggio avvenisse.E’ stato solo un patto tra comuni ,cosi’ mi e’ stato riferito dai entrambi i parroci delle due parrocchie,io mi chiedo come e’ possibile fare un gemellaggio in nome di San Cataldo SENZA CHE LE DUE PARROCCHIE ABBIANO AVUTO UN MINIMO CONTATTO…