“La FPCGIL e la CGIL di Crotone, in questi anni, sono sempre state in mobilitazione permanente, in difesa dei servizi sanitari presenti nell’unico Presidio Ospedaliero della Provincia – affermano in una nota Raffaele Falbo e Franco Grillo. In completa solitudine, abbiamo rivendicato non solo la garanzia dei livelli occupazionali ma anche la qualità dei servizi da garantire alle persone più deboli. Probabilmente non siamo riusciti a comunicare nel modo migliore all’opinione pubblica ed a tutte le istituzioni il valore dei servizi sanitari di una provincia, come la nostra, già martoriata e violentata dal punto di vista del lavoro, dell’ambiente e del disfacimento socio economico. Infatti, non c’è stata nessuna sollevazione da parte dei cittadini crotonesi. Anche quando si è trattato di declassare il nostro Presidio Ospedaliero, senza nel contempo programmare una offerta territoriale adeguata e decente. Eppure tutti siamo destinati, prima o poi, a diventare anziani, o a frequentare quei luoghi in seguito ad incidenti e/o malattie che ci riguardano direttamente e/o che riguardano nostri amici, parenti o conoscenti, e solo allora capiamo quanto sarebbe stato importante ragionare ed urlare per tempo la nostra rabbia verso una politica di isolamento, anche sanitario, in cui una classe politica, priva di identità e di qualità, ha costretto questo territorio. Non avere un sistema sanitario adeguato, non è un problema ascrivibile solo agli operatori che rivendicano il pagamento degli stipendi, come nel caso di molte strutture private, e i livelli occupazionali, ma vuol dire dare un altro colpo di spugna ai già precari diritti di cittadinanza delle nostre popolazioni. Nella nostra ASP (come in tantissime altre) i servizi sanitari sono stati concepiti in termini di convenienza politica. ” Quanto vale come serbatoio elettorale quel comparto?”. Secondo noi tantissimo, e allora via con la girandola di nomine, alcune senza regole certe, di responsabili sanitari, tecnici ed amministrativi che servono allo scopo. E non importa neanche se possiedi i titoli e i requisiti per lo svolgimento di funzioni “strategiche”, basta asservire ed essere funzionale al padroncino di turno. Basta essere buoni e accondiscendenti per vedersi affidato un incarico di qualsiasi natura e, magari, firmare, dopo dieci lunghi anni, un contratto per tale incarico senza alcun obiettivo e in assenza delle prescritte valutazioni.
E poi bisogna pur far vedere che, oltre ai tagli e alle promesse non mantenute, oltre gli accomodamenti organizzativi, qualcosa si muove, e allora via con spostamenti sontuosi di reparti ambulatori e servizi, una bella spolverata di colori sui muri esterni ben visibili a tutti ed il gioco è fatto: Stiamo lavorando per voi, per darvi una sanità migliore !!! E a dimostrazione della vitalità e della operosità succede, così ad esempio, che gli ambulatori specialistici vengano spostati al terzo piano, e non importa se si creano disagi agli utenti (in nessuna parte del mondo esiste che gli ambulatori possano essere ubicati a piani diversi da quello di terra) ne se ci sono le scale anti incendio o un sistema di areazione; succede che metà reparto di otorino venga occupato dalla centrale del 118 nonostante i lavori effettuati all’ex ciapi e nonostante il 118 sia stato materialmente trasferito in quei locali; succede, ad esempio, che, in pompa magna, venga riportato in Ospedale il servizio di riabilitazione …scelta insindacabile ed eccellente, solo che avviene dopo anni di abbandono del servizio in quel di Tufolo, dopo aver favorito per anni lo spostamento del mercato verso il privato e, soprattutto, dopo che la ASP ha ultimamente ceduto ai privati (perché non era nelle condizioni di poterli gestire) i posti letto relativi alla riabilitazione per lungodegenti. E intanto i locali del Pronto Soccorso sono pieni di crepe e, siamo certi, anche lì la soluzione è già pronta, magari lo si realizza nelle adiacenze dello stadio, magari con l’ingresso rivolto allo stadio, e magari ricoprendo velocemente anche quel fastidioso buco lasciato aperto dalla sovrintendenza archeologica. Siamo al grottesco, di fatto si spostano servizi e ambulatori col solo intento di occupare tutti quegli spazi lasciati vuoti dall’abbandono di attività e di posti letto non più contemplati nei documenti ufficiali, senza pensare, magari, ad attivare tutti quei posti letto e quei servizi contemplati da quegli stessi atti, altro che potenziamento dell’offerta sanitaria. Ci auguriamo soltanto che siano state richieste e ricevute tutte quelle autorizzazioni necessarie al cambio di destinazione d’uso dei locali oggi riadattati, almeno quelle, altrimenti si correrebbe il rischio, oltre alla beffa, di mettere a repentaglio l’incolumità dei pazienti e degli operatori che li frequentano. Forse, però, siamo arrivati al capolinea. Ed il capolinea è rappresentato dalle sempre più incalzanti fughe di notizie che ci danno accorpati, anche in termini di sanità, a Catanzaro. In tanti, tra operatori ed utenti, oggi affermano che sarebbe meglio: finirebbe una gestione confusa ed artatamente resa inadeguata ed insopportabile ai tanti. Noi non la pensiamo così, noi pensiamo che se ciò dovesse avvenire sarebbe un ulteriore schiaffo a questo territorio e ai suoi abitanti e, a proposito del serbatoio di voti, ecco, ci piacerebbe pensare che alle prossime elezioni la gente, quando si reca alle urne, si ricordi di chi ha colpevolmente provocato tanto danno …e se li ricordi tutti, da qualunque parte essi provengano.