Gli alunni della Primaria a Tempo pieno di Cirò, fanno la “mpanata”, a documentarla in una nota Giuseppe Lamazza dell’Istituto Omnicomprensivo di Cirò. Maestri d’eccezione – il collaboratore scolastico Giannino Murano e la sua impareggiabile moglie Norina– e scolaresche attente e silenziose, sono stati i protagonisti della giornata didattica svolta nell’ambito del progetto POF “Folklore e Tradizioni”, realizzato dagli alunni della Primaria a Tempo Pieno del plesso S.Elia di Cirò. Il progetto – redatto dai docenti Silvana De Fine e Silvana Caligiuri e realizzato in maniera encomiabile da tutte le classi del Tempo Pieno – ha svolto la mission di recuperare e fare proprie con la cultura della memoria, le tradizioni folkloristiche del territorio, inserendo in esse, le peculiari tradizioni e culture legate all’alimentazione e all’enogastronomia. Già la vinificazione di poche pigne di gaglioppo, vitigno principe del di-vino Cirò, nei primissimi giorni di scuola ha prodotto un vino rosso, corposo, odoroso con il coinvolgimento operativo del gruppo “folklore e tradizioni”, che ha curato il processo di vinificazione simulandone tutti i momenti. Nella produzione del “Ciro”, di noi che “chiamati fummo greci, ma greci più grandi”, gli alunni – amorevolmente curati e seguiti dai docenti di classe Isabella Figoli e Silvana De Fine, Maria Mirabelli e Vittoria Murano, Maria Carmela Lumbisano e Laura Mazzone, Rosina Pugliese ed Elisabetta De Mare, Silvana Caligiuri e Giuseppina Esposito, nonché dai docenti (di inglese) Domenica Serafina, (di sostegno) Cristina Facente e (di religione cattolica) Daniela Proietto – si sono fatti “vinnimiaturi”e “cantineri” lasciando ai più grandi – dopo l’estate di San Martino – il piacevole compito di “vivituri”. Grazie a Giannino Murano, collaboratore scolastico, ora – quasi a conclusione del progetto “Folklore e tradizioni”, che sarà compiutamente conclamato al Centro Servizi nella prima decina di giugno – i piccoli diventano pastori ovvero si impadroniscono dell’arte di fare il formaggio, la ricotta e la ‘mpanata.
La nostra terra è ricca di tradizioni eno-gastronomiche, grazie ai vari popoli (Greci, Romani, Normanni, Arabi, Angioini,Borboni, Spagnoli, Francesi). che hanno vissuto in questa parte di Calabria. Ogni greco o normanno o arabo ha lasciato una traccia indelebile nella tradizione alimentare del cirotano : alcuni ristoranti del posto, l’Aquila d’Oro e la Catena, conservano molte tradizioni gastronomiche e i rituali per la preparazione di piatti tipici legati alla religione e alla cultura della gente di Calabria. Solenne, in tale direzione, la maestrìa acclarata di ‘zu Turuzzo ‘e Cariati, l’uomo-museo ovvero l’uomo-storia. I bambini del Tempo pieno sono stati grandi, come sempre grandi e secondi a nessuno. Un ragazzo di quinta, per nulla intimorito dalla maestre Maria e Vittoria ed Elisabetta e Silvana ed Isabella, ha raccontato il viaggio del latte, che dalle mucche di Cataldo Blefari diventa formaggio gustoso e profumato nel negozio di Vittorio Agresti e di Francesco Zungri. “Abbiamo assistito tutti “acchiappati” alle mungitura della vacche, poi alla colatura e al travaso del latte nella conchetta, all’aggiunta du’ quagghjiu (lo stomaco del capretto con dentro il latte, essiccato e fatto a pezzi), alla bollitura, al rito del segno della croce cu’ ru misculu; a quando la cagliata di raccoglie con le mani e si versa ‘nti fisceddi, fino a quando il latte, ormai formaggio, prende la forma della stessa fiscedda. Abbiamo assistito, tutti presi dalle parole di ‘zu Giannino e dalle sapienti interruzioni della maestra Elisabetta e Maria, a quando il latte si riporta in ebollizione e, coagulato con una palettina si versa nei contenitori della ricotta; alla ‘mpanata col pane raffermo, la ricotta calda, lo zucchero, il siero” . Una esperienza diversa, che parla in cirotano al pari della grande cultura e tradizione enogastronomica del territorio, che è cultura, che è folklore, che è “sapere del popolo”. I ragazzi entusiasti ringraziano “le maestre, i bidelli e soprattutto ‘zio Giannino e la moglie” per aver avvicinato i bambini alle antiche tradizioni.
bei progetti, complimenti alle colleghe
la tradizione tramandata dal compianto dirigente “beluzzo”deve continuare nel nostro paese. brave le insegnanti, i collaboratori, ma soprattutto gli alunni