Le primissime notizie, corredate ovviamente di immagini, sono giunte (com’era prevedibile) dal social network Facebook, nel pomeriggio di domenica 17 giugno: uno “squalo” era stato rinvenuto, già morto, nelle acque antistanti Torretta, per poi essere trainato sulla spiaggia in zona Mortilletto e lì fatto oggetto di foto inviate qua e là e di un continuo andirivieni di curiosi allertati dal diffondersi rapido della notizia. Uno “squalo”, nel senso puro della definizione, nei nostri mari è sicuramente evento raro quanto unico, ma pian piano che il tam tam di voci si diffondeva, arrivavano anche le prime precisazioni: dalla goliardica definizione di “pesce porco” di un provetto pescatore, alla più veritiera di “pesce vacca”, poi “squalo vacca” ed infine, quella di squalo appartenente alla famiglia degli Hexanchidae, rilasciataci nel pomeriggio di lunedì da una biologa marina, referente del Centro Studi cetacei in Calabria. Proprio dagli esperti arriva però un’indicazione importante per quanto riguarda episodi di spiaggiamento come quello registrato a Torretta e per il quale non è stato adeguatamente allertato il previsto sistema di intervento. L’episodio che ha riguardato l’esemplare di squalo Hexanchidae, ci dicono, avrebbe rappresentato sicuramente un evento importante, se fosse stato prontamente attivato il protocollo di intervento della Rete di sorveglianza diagnostica a tutela della salute e del benessere degli animali spiaggiati lungo le coste calabresi, che dal 2011 opera in tutta la Calabria. Una volta avvisata la Capitaneria di Porto, spiega un Referenti del Centro Studi cetacei in Calabria, per il verificarsi di spiaggiamenti di animali marini (tartarughe, cetacei, squali, ecc…), questa provvederà ad attivare tutte le procedure d’intervento della citata Rete, che prevede l’intervento di personale competente delle Asp, del nucleo di pronto intervento regionale (che comprende i rilevatori scientifici afferenti al Centro Studi Cetacei), l’Università della Calabria, il Comune nel cui territorio è avvenuto lo spiaggiamento, il Corpo Forestale dello Stato, il CITES, nonché l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, competente per il territorio del reperimento dell’esemplare, in modo da determinazione delle cause di morte.
La corretta gestione e l’intervento coordinato di diverse figure professionali specialistiche, tra cui Biologi, Veterinari ed esperti ambientali in occasione di tali eventi, è di fondamentale importanza al fine di indagare approfonditamente le cause morte, per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Gli esemplari spiaggiati possono infatti essere vettori di patologie e risulta pertanto indispensabile monitorare lo stato sanitario di questi animali (non a caso, proprio nell’episodio di Torretta alcune persone venute a contatto fisicamente con l’esemplare hanno poi lamentato arrossamenti e sintomi allergici su varie parti del corpo). D’altra parte, molti esemplari sono anche bioindicatori dello stato di salute dell’ambiente marino. Grazie all’encomiabile lavoro di squadra tra le Capitanerie di Porto, le ASP (servizio veterinario,) l’Area Marina protetta “Capo Rizzuto”, il Centro Studi Cetacei, il WWF Calabria e l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, sono stati intercettati e analizzati dal dicembre 2011 ad oggi molti esemplari spiaggiati di cetacei, tartarughe, squali e specie invasive in tutta la Calabria e questa di Torretta, sarebbe stata di sicuro un’importante segnalazione. L’intervento della rete avrebbe chiarito le cause di morte dell’esemplare, scongiurando eventuali problemi per la salute pubblica, la raccolta di tutti i dati scientifici importanti per la ricerca e la salvaguardia del nostro mare. Va aggiunto che l’Hexanchus griseus (Notidano grigio, comunemente noto come “pesce vacca”) non è pericoloso per l’uomo, visto che vive in acque molto profonde, ma nel Mediterraneo è considerato vulnerabile, come anche molte altre specie, tra cui la verdesca, lo squalo martello, lo squalo volpe e lo squalo elefante. È presente in tutti gli oceani e solamente in alcuni rari casi è possibile avvistarlo in prossimità delle coste. Secondo gli esperti, si tratterebbe di una specie importante ed interessante che raggiunge anche la lunghezza di quasi 5 metri e il peso di 500 chilogrammi, si nutre di una gran varietà di organismi marini, compresi altri squali, pesci, molluschi e crostacei.
ciao..mi domando…e lo stesso squalo ke si trovava sulla riva di torretta di crucoli??be ricordo una corda arancione alla coda una corda di un grosso peschereccio ..ma in queste foto nn si vede..bu..ma cmq se e lo stesso..finalmente la povera bestia e stata presa..povero animale sono scena e pubblicita e stata fatta e si e lasciata in mare aperto..mua…e vorrei aggiungere..qual e stata la causa della morte??..ce qualcosa nel nostro mare ke non va..perke un mese fa anke una tartaruga e stata trovata morta in spiaggia direzione..dopo ficodindia…ke succede nel nostro mare..e perke nessuno fa niente e nessuno ci spiega la causa di tutto cio..tutti abbiamo bambini piccoli e nn tanto per la presenza di questo squalo vaccarello.. manzo ..non pericoloso per l uomo.. ma siamo preoccup. nel perke questi animali bellissimi ,come anke la tartaruga, muoiono