In termini di Pil pro capite, il gap del Mezzogiorno nel 2012 ha ripreso a crescere. A livello nazionale secondo i dati Svimez risulta pari a 25.713 euro. La regione più povera è la Calabria, con 16.460 euro pro capite, un abisso rispetto alla più ricca, la Valle d’Aosta, con 34.415 euro, seguita da Lombardia (33.443), Trentino Alto Adige (33.058), Emilia
Romagna (31.210 euro) e Lazio (29.171 euro). “Anno dopo anno lo scenario economico e sociale descritto dallo Svimez acquista caratteri sempre più drammatici – scrive in una nota l’On. Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura di Montecitorio.
Nel Mezzogiorno la crisi che sta investendo da oltre un quinquennio l’Italia presenta aspetti decisamente allarmanti perché rischia di determinare realtà da cui sarà difficile rientrare come la desertificazione industriale che ha già cancellato il 25% del potenziale produttivo a fronte di politiche dell’Unione Europea che in altre aree svantaggiate, come la Spagna, ha favorito la crescita della capacità produttiva. Ma l’elenco dei buchi neri è ampio e, purtroppo, uniforme: tutti i dati negativi, a cominciare da quello dei consumi delle famiglie, registrano percentuali superiori al resto del Paese. In gioco, giorno dopo giorno, c’è il futuro di tutto il Mezzogiorno e, quindi, dell’intero Paese che non riprenderà a crescere, non tornerà a far parte del nucleo delle nazioni che spingono l’economia e la manifattura dell’Europa se non farà ripartire proprio il Mezzogiorno. Mai come in questa fase serve un di più di responsabilità e di collaborazione tra tutti i livelli istituzionali e politici ed uno sforzo corale e generoso delle forze sociali, produttive e culturali dell’intera nazione e non solo delle regioni meridionali”.