“A quattro giorni dal voto, tenutosi presso i circoli PD della provincia di Crotone, credo sia giusto e doveroso, prima che per il sottoscritto, per i tanti sostenitori della mia candidatura e delle liste che mi hanno sostenuto nel corso della preparazione di questo congresso provinciale, fare una riflessione, pacata certo, ma sincera nei contenuti – scrive in una nota Giuseppe Dell’Aquila, candidato Segretario del Partito Democratico alla Provincia di Crotone. Nel corso della campagna, anche in accordo con gli altri candidati, ho scelto di tenere una linea che fosse improntata alla chiarezza delle scelte, delle idee e del metodo. Chi mi conosce, sa che non avrei mai fatto nulla che potesse nuocere al partito che ho scelto, sostenuto (anche nelle sconfitte) e per il quale mi sono speso oltre ogni limite e misura. Certo è che arrivano anche momenti, in cui bisogna dire, cosa e come ha funzionato, un processo che avrebbe dovuto ridare linfa ad un partito calabrese, che viene da anni di commissariamento che tanti danni ha provocato, non tanto alle persone (quelle sono sempre lì) ma alla discussione che doveva essere alla base della discussione, su come immaginare un partito, con quali metodi e regole dovesse rinascere, in Calabria il più grande partito del paese. Metodo e regole, due paroline magiche, che però racchiudono, in esse, tutto il senso di smarrimento che si avverte e che hanno prodotto il “corto circuito” che fa titolare tutti gli organi di stampa calabresi sul caos che sta contraddistinguendo il processo congressuale, in vero non solo in Calabria. Sono sempre stato convinto che le tessere o il tesseramento sia cosa importante e decisiva, fintanto che esso rappresenti una scelta, convinta e volontaria, di adesione ad un progetto specifico, ad un idea che si ha della società in cui si vive e si opera.
Ma, e mi sia consentito lo sfogo, più importante delle tessere, sono i voti, e verificare, come talvolta i due dati siano tendenzialmente inversi, vale a dire sempre più tessere e sempre meno voti, non può, che provocare nel sottoscritto un sentimento di forte disagio e come me, i tanti che vedono nel PD una scelta convinta e non un opportunità da cogliere a volo, per poche settimane all’anno. Da giorni, mi si rivolge solo e pressantemente una domanda, vale a dire, con chi farei un alleanza o peggio chi avrei deciso di far vincere al ballottaggio. La domanda è legittima, ma mal posta, rappresenta solo la cornice. Insieme a quanti mi hanno sostenuto, ho fatto, continuo a fare, e farò solo scelte di natura politica, nelle forme e nei contenuti. Non mi farò influenzare dai numeri, perché a mio giudizio, essi non sono reali, ma frutto di una corsa forsennata ad un tesseramento “farlocco”, frutto di ragionamenti e calcoli personalistici, frutto di una politica che non mi piace e non ci piace. Ad oggi, non mi sono espresso sui risultati, né in termini di voti assoluti, né di delegati, perché credo nelle regole, e fintanto che la commissione di garanzia, presieduta da Pietro Secreti, non svolgerà appieno il proprio compito, che allo stato non è di semplice contabilità, ma anche di verifica fattuale dei ricorsi, presentati non solo dal sottoscritto, ma da alcuni circoli del territorio, esprimere un giudizio sia sbagliato e dannoso. Ho bisogno di sapere, come sono andate le cose, ho bisogno di sapere come il Partito Democratico intende valutare le “denunce” politiche del sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro (al quale va la mia vicinanza personale e la mia stima e di quanti mi hanno sostenuto). Ho bisogno di sapere se i casi denunciati a Melissa, piuttosto che a Roccabernarda, piuttosto che a Savelli e quanto altro, corrispondano alla verità, se su di essi è il caso di ragionare in termini politici oppure no? Ho bisogno di risposte, che allo stato la sola Commissione Provinciale, è in grado di dare. Dico e ribadisco tutto ciò, perché ad interessarmi, ad interessare tutti noi, è la politica e non le stanze chiuse, dico e ribadisco che ad interessarmi, sono gli elettori e gli iscritti del PD, sempre, e non quelli della domenica una tantum”.