“Auspico che nel Piano Strutturale Comunale di Lamezia Terme, in fase di approvazione, trovi spazio la proposta avanzata nel Dicembre 2012 dal Consorzio Industriale e relativa al progetto dell’area industriale secondo i dettami della bioarchitettura, realizzato con il contributo di luminari di fama mondiale come la Prof.ssa Mitterer e l’Arch. Eble – ad affermarlo il Luigi Muraca, Ex Presidente ASI. Si tratta di un insieme coordinato di interventi legati alle caratteristiche del territorio di Lamezia e tesi a realizzare nell’area industriale un nuovo paesaggio, in relazione con gli uomini che operano nella stessa area e con la natura circostante, precipuamente il mare. Abbiamo avuto modo di consegnare agli Enti, quali la Regione, la Provincia ed il Comune di Lamezia Terme una proposta di Masterplan articolata, discussa in sede comunale alla presenza del Progettista Prof. Crocioni, finalizzata al recupero dell’esistente per ridare al sito continuità ma proiettandolo nel futuro. Tale ipotesi progettuale prevede alcuni passaggi fondamentali come la riqualificazione del sistema acqua, con la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, onde evitare gli allagamenti nell’area e quindi con funzione bioclimatica, a cui è correlato il sistema di lagunaggio, che sfruttando il naturale declivio dell’area, funziona come fitodepurazione e potrebbe condurre, purificando l’acqua prima che arrivi al mare, alla rinaturalizzazione del delta dell’Amato, condizione essenziale per favorire il turismo. Per occupare gli enormi spazi vuoti sarebbe auspicabile l’insediamento di un polo tecnologico, previsto nel Masterplan, così come è contemplato un impianto di terra preta, caratterizzata dalla presenza di carbone a bassa temperatura in alte concentrazioni, di elevate quantità di ceramica e frammenti di materia organica come residui vegetali e animali, molto utile all’ecosistema.
Non trascurabile è anche la possibilità di innescare il turismo attraverso il porto turistico di cui a Lamezia non si parla più ma che è previsto nel progetto, attraverso la realizzazione di una darsena, che meglio protegge il territorio ed è più compatibile con gli accessi dell’area e con gli eco-trail previsti per i visitatori. Partendo dalla geografia e dalle tradizioni del territorio, integrando tutti i sistemi, si può creare una nuova atmosfera per vivere, per lavorare, e per favorire il rilancio della nostra area, rimasta per troppo tempo senza identità. La riorganizzazione ecologica del comparto industriale non significa limitare lo sviluppo e la produzione, si tratta di un’idea innovativa che conferisce lustro e dignità allo strumento urbanistico, che, diversamente, non sarebbe utile al rilancio socio-economico e territoriale della città. L’approvazione di un Piano Strutturale deve dare respiro alle potenzialità della comunità, deve proiettare la città nel futuro, non può essere una sintesi o una perdurante contrapposizione tra chi vuole cementificare e chi sposa un radicale ambientalismo. Solo affermando le grandi prerogative di Lamezia, la sua centralità, la sua dimensione di città-regione, il PSC sarà volano di sviluppo e la sua approvazione una grande occasione di rilancio della nostra città, in questi anni volutamente emarginata. Queste condizioni si creano con le idee innovative e guardando gli esempi di tante città europee dove si sono coniugati sapientemente un sano rispetto per l’ambiente ed un necessario modello di sviluppo”.