Si è concluso il seminario di studi sulla Shoah organizzato dal Coordinamento regionale delle Consulte studentesche e dalla C. P. S. di Vibo Valentia nell’ambito del progetto nazionale C.P.S.: Custodiamo Patrimoni Straordinari. Gremita e attenta la sala conferenze dell’I.P.S.C.T. “Nazareno De Filippis” dove, per tre ore, in un’atmosfera partecipata e commossa, si sono confrontate riflessioni varie, partendo dalla Shoah per giungere alle più svariate forme di discriminazione, di sopruso, del mancato rispetto delle regole, del volere perseguire la Libertà, tutte tematiche mirabilmente connesse da Franca Falduto, Responsabile delle Politiche Giovanili per l’Ufficio Scolastico Regionale, in veste di moderatrice del dibattito. Sono intervenuti: il Sindaco Nicola D’Agostino che ha approfondito il valore pedagogico del messaggio della Memoria; la dott.ssa Caracciolo, Vicario del Prefetto, che ha posto all’attenzione degli Studenti un’analisi attenta del discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano il 27 Gennaio scorso al Quirinale, il Comandante della Guardia di Finanza; Colonnello Valle ed il Comandante della Polizia Stradale, Pasquale Ciocca. Interessante l’excursus storico del Dirigente della scuola ospitante, Pietro Gentile il quale ha evidenziato come siamo tutti noi che,con le nostre vite, costruiamo la storia, quella storia che ci insegna ciò che abbiamo il dovere d’imparare e, quindi, di trasferire a chi ancora non sa che furono circa 6 milioni gli Ebrei uccisi durante le persecuzioni razziali, il 72% di quelli che abitavano in Europa. Il Presidente della Consulta, Andrea Gentile, ha ricordato come, durante il “Viaggio della Memoria”, organizzato dal M. I. U. R. e dall’U. C. E. I., nel visitare i campi di sterminio, guidati da autorevoli studiosi quali il Prof. Marcello Pezzetti ed il suo staff di ricercatori del Museo della Shoah, si sia interrogato su come fu possibile che il mondo restasse indifferente o, peggio, reagisse vigliaccamente alle Leggi di Norimberga, quelle leggi razziali che perseguirono la “soluzione finale”.
Il Prof. Fiamingo, studioso dei temi della Shoah, supportato da un’interessante documentazione fotografica, ha evidenziato come il mondo e anche l’Italia, con le sue Leggi Razziali, assistette, spesso colpevolmente inerme, ad un vero e proprio genocidio, purtroppo non l’unico, che dissennati avvenimenti storici ci hanno costretto a subire. le persecuzioni si accanirono non soltanto contro gli Ebrei, ma anche gli Zingari, i malati di mente, gli handicappati, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e gli oppositori politici: ossia tutti coloro che “inquinavano” la razza ariana, pura per eccellenza ed in nome della quale furono compiute atrocità inimmaginabili delle quali, oggi, dopo questa esperienza straordinaria, noi siamo più consapevoli. Attesissimo l’intervento di Marika Venezia che ha narrato tanti episodi riferibili alle persecuzioni che si accanirono non soltanto contro gli Ebrei, ma anche gli Zingari, i malati di mente, gli handicappati, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e gli oppositori politici: ossia tutti coloro che “inquinavano” la razza ariana, pura per eccellenza ed in nome della quale furono compiute atrocità inimmaginabili delle quali, oggi siamo più consapevoli. Vissuta accanto a Shlomo Venezia per tanti anni, oggi, il suo obiettivo é riconducibile ad un pensiero dominante: la consapevolezza di voler portare avanti, doverosamente, una missione in segno di rispetto per la memoria di Shlomo, i familiari e gli amici divorati ogni giorno da una morte atroce affinché essa non rappresenti solo un buco nero della Storia. Molto pertinente anche l’intervento dell’attore Alberto Micelotta che ha letto alcuni brani del libro di Shlomo Venezia. La studentessa Chiara Piperno, noto talento canoro vibonese, ha offerto il proprio contributo commuovendo l’uditorio esibendosi con canzoni sul tema. Sarà, quindi, un dovere per tutti noi, oggi ancora di più, diventare la voce dei Testimoni sopravvissuti per annientare sul nascere ogni tendenza negazionista dell’aberrante sterminio avvenuto e far si che la memoria collettiva possa difendere quanto accaduto dall’oltraggio dell’oblio.