“La Commissione Europea ha sancito che uno dei mali maggiori per l’Italia è la corruzione. Parlando in termini quantitativi ed economici la corruzione è per l’Italia un peso economico da 60 miliardi di euro all’anno per l’erario e penalizza 4 aziende su 20 – afferma in una nota il M5S Crotone. Inoltre, approfondisce il rapporto della Commissione Europea, l’ammontare totale della corruzione stimata in Italia rappresenta la metà del totale della corruzione europea. Pertanto, indicato il male, quantificatone il danno, indica la soluzione: una legge antitangenti. Conclude il rapporto con l’indicazione dei paesi europei più virtuosi e con i più bassi livelli di corruzione: la Germania e la Danimarca. Mentre la Spagna rimane un paese a forte rischio per la grave crisi economica che lo sta affliggendo. Un rapporto simile era già stato pubblicato il mese scorso dall’ente no profit sovrannazionale Transparency.ORG che pubblica ogni anno la classifica mondiale sulla “percezione della corruzione” nel settore pubblico e politico nei vari paesi. In classifica l’Italia è arrivata al 69° posto a pari punteggio con la Romania e il Kuwait, classificandosi dopo paesi come Macedonia, Ghana, Slovacchia, Namibia, Georgia, Rwanda etc.
In realtà in Italia manca la volontà politica di risolvere il problema ne è prova la mancata approvazione della proposta fatta dal moVimento 5 Stelle di istituire il politometro, prima firmataria Laura Bottici. La proposta è stata bocciata al Senato da tutti i partiti (astenuti SEL e LEGA). Questo il risultato della votazione: 44 voti a favore (moVimento 5 Stelle), 157 voti contrari (PD, Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Scelta Civica e altri), 19 astenuti, che vale come voto contrario (SEL e LEGA). Ma che cos’è il “politometro”? Il politometro per come inteso dal movimento 5 stelle è uno strumento per verificare i redditi dei politici prima, durante e alla fine del mandato parlamentare. Il moVimento nel rispetto del proprio programma ha presentato la proposta per avvicinare ai cittadini i loro rappresentati politici. Infatti esistono degli strumenti di “accertamento induttivo di reddito” applicabili a tutti i cittadini più noti come “Redditometro” e lo “Spesometro” che basano i loro principi di indagine sul patrimonio e sulla spesa del contribuente. Il moVimento 5 Stelle ha chiesto di equiparare i politici ai cittadini anche in ossequio a quanto indicato dalla Commissione Europea nel rapporto del 3 febbraio. Ma i politici italiani (escluso il moVimento 5 Stelle), compatti, hanno risposto no”.