Visto che la Regione tarda ad avere risposte e che la Syndial continua con i suoi comportamenti elusivi a non ottemperare ai doveri di concessionario, non ci resta che ricorrere al Tar per avere un punto fermo sul futuro del sito minerario di Timpa del salto e delle sue pertinenze. È quanto sostiene l’assessore comunale Maurizio Bonifati in una lettera-relazione inviata al sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani. Una lettera nella quale l’assessore prova a dare risposta a due domande: è possibile riprendere l’attività estrattiva alla miniera di sale interrotta da Syndial nel 2008? E se ciò non fosse possibile, il Comune di Cirò Marina può ottenere la rimozione totale delle opere e la completa bonifica del sito di Punta Alice? Bonifati – chiamato in giunta a Cirò Marina per la sua esperienza nel settore minerario – ritiene che ad entrambe le domande si possa rispondere positivamente. Per spiegare questo convincimento l’assessore ricostruisce l’intera vicenda, bacchetta anche gli assessori regionali “dai quali abbiamo avuto solidarietà solo a parole” e denuncia: “Non siamo riusciti ad avere un confronto con le autorità competenti per esporre le nostre ipotesi”. Ipotesi che sembravano aver trovato un interlocutore nel dirigente dell’assessorato alle Attività produttive, Franco Prampolini che, però, rivela nella lettera Bonifati “è stato licenziato”. Bonifati ammette di non sapere il motivo dell’allontanamento di Prampolini, ma curiosamente esso è avvenuto dopo che il dirigente aveva provato a mettersi di traverso alle intenzioni di Syndial.
Anche se di recente c’è stata un’apertura di Syndial ad un confronto con la Regione ed i comuni di Cirò Marina e Belvedere Spinello, l’assessore Bonifati annuncia di essere giunto alla determinazione di scrivere un esposto denuncia sulla vicenda ‘Timpa del Salto’ da presentare alla Procura della Repubblica, alla Corte dei conti ed al Noe. “Ho, infatti, motivo di ritenere – scrive Bonifati – che siano stati compiuti ed omessi atti a causa dei quali, a mio parere, si è concretizzato e si sta ulteriormente aggravando, un grosso danno erariale e forse anche ambientale, oltre al grave danno sociale procurato alla collettività del Comune di Cirò Marina con la perdita di 80 posti di lavoro e, come minimo, altrettanti di lavoro indotto”. Infine, Bonifati – riconoscendo la sua personale interpretazione delle leggi sulla questione – propone di affidarsi ad un ricorso al Tar affinché si abbia un giudizio che riconosca o meno la pertinenzialità d’uso e la pubblica utilità delle opere connesse all’attività estrattiva (salinodotto e stabilimento di Punta Alice). Il giudizio del Tar, che sia positivo o negativo per le richieste del Comune, rappresenterà comunque un punto fermo del quale dovranno tenere conto anche la Regione. Insomma, se il Tar riconoscerà le pertinenze, la Regione dovrà svolgere il suo ruolo di ente competente sulle risorse mineraria fino in fondo; se al contrario darà ragione a Syndial essa dovrà procedere alla messa in sicurezza e bonifica dei siti sulle quali dovrà sempre vigilare la Regione.