“Siamo sempre più convinti che questo sia un Governo del “parlare” più che del “fare”. Ad oggi, il premier Enrico Letta e tutta la maggioranza si vantano di lavorare in difesa dei giovani e dell’occupazione ; peccato però che, poi, alle parole non corrispondano mai i fatti – ad affermalo Francesco Molinari M5S. Ci riferiamo alla legge di riforma forense del 31 dicembre 2012, n 247, recante “Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense”. Il nuovo provvedimento – tra le altre cose – sancisce l’obbligo di iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense per tutti gli avvocati iscritti all’albo : gli avvocati che vogliono esercitare la professione dovranno versare comunque i contributi minimi previsti dalla legge, a prescindere dalla loro capacità reddituale.
Invece di migliorare le condizioni lavorative dei cittadini le si peggiora; invece di tendere a salvaguardare la dignità ed il decoro di chi esercita la professione – e pensiamo, soprattutto, a quei giovani avvocati ai quali ne sarà precluso il concreto ingresso – si incentiva la massimizzazione del profitto. Non serve la sibilla per prevedere cosa comporterà questa norma per il futuro: la scomparsa professionale di migliaia di avvocati che andranno ad aggiungersi – oltre ai neolaureati – ai milioni di disoccupati italiani. Il Movimento 5 Stelle non può tollerare che il Governo continui a rimanere indifferente, di fronte a leggi che non intaccano i privilegi ed addossano alle classi più deboli l’onere di sostenere ceti parassitari. Vogliamo appoggiare la protesta da parte di chi, già in molti Tribunali del nostro Paese, sta raccogliendo le firme per eliminare quello che noi consideriamo un ostacolo insormontabile all’esercizio di una professione indispensabile alla Giustizia. Ci impegneremo a chiedere, nelle sedi opportune, l’eliminazione di tale disposto perché non possiamo accettare che le libertà civili nel nostro Paese vengano svendute in favore del numero delle fatture emesse”.