La possibilità che si realizzi il sogno Crotonese di avere un polo culturale capace di riqualificare l’immagine di una città deturpata da tutti i fronti, diventa sempre più reale. Si prospetta l’opportunità di un Museo Nazionale pronto a sorgere all’interno del Castello di Carlo V, creando così un’armoniosa relazione tra ieri ed oggi. Niente di più affascinante, agli occhi di un Ingegnere, Architetto, della concezione che un edificio storico non si limiti a vivere di ciò che è e di ciò che rappresenta, bensì diventi una risorsa viva; un organismo complesso in cui si innestano meccanismi tali da integrare felicemente il progetto contemporaneo; una Crotone consapevole delle proprie necessità, una città che cambia partendo dal proprio interno per costruire un nuovo e vitale frammento di vita d’oggi. Fino a qui tutto bello, romantico, quasi perfetto ma purtroppo, quando si parla di Crotone, la perfezione pare sempre miraggio così lontano da non riuscire ad intravedere neppure l’orizzonte più vicino … E’ previsto, per il Castello di Carlo V, proprietà del Demanio dello Stato, un finanziamento ministeriale di 13 milioni di euro (Il castello di Carlo V rientra nella lista di progetti selezionati nell’ambito del nuovo POIn “Attrattori”) e, una cifra tale lascerebbe intravedere la possibilità di un coinvolgente, stimolante, interessante concorso di idee per la progettazione di quest’opera contemporanea che andrà a coesistere con il bene esistente, o perlomeno questa è la procedura alla quale sono abituati i progettisti degni di essere chiamati tali, soprattutto se si considera che, ad un contesto dimenticato da Dio, è prospettato un raggio di luce… Il concorso di idee, ovviamente allunga le procedure e poi, per una realtà come la nostra, sarebbe troppo lungimirante pensare che magari tutti i lavori, vincitori e non , potrebbero diventare materiale espositivo per mostre ed eventi in città, piccolo banale esempio un po’ troppo civile e innovativo; meglio pensare in piccolo perché piccoli siamo. Scartata l’ipotesi del concorso, un finanziamento di 10 + 3 milioni di euro, per un intervento così di pregio, farebbe mobilitare i progettisti di tutto il mondo che sarebbero pronti a partecipare ad un bando internazionale. Peccato che non esista alcun bando!!!
Prima di entrare nel merito della questione, facciamo un piccolo riassunto su un qualcosa che si sa ma che è sempre bene ricordare: non è possibile, almeno secondo la legiferazione vigente, dare un incarico diretto per le pubbliche amministrazioni, al di sopra della cifra di Euro 40.000; potrebbero esserci condizioni particolari tali per cui, a fronte di consulenze o lavori pregressi, ci sia verso il progettista un accordo preliminare da parte della committenza che, dovendo sopperire ad un “debito” nei confronti del professionista, cerchi di espletare la pratica affidando un nuovo incarico; ma anche questo aspetto necessita condivisione ai massimi livelli di controllo. Perché tale premessa? Il famigerato Architetto Marco Dezzi Bardeschi, al quale è stato dato incarico diretto per la redazione del progetto definitivo in oggetto, ha già lavorato nel territorio di Crotone e nell’ambito del Castello di Carlo V, quindi può contare su un rapporto di tipo “feudale” rispetto alla committenza pubblica, permettendosi addirittura di aggirare la normativa vigente in merito agli appalti pubblici. Strano che un professionista così affermato svenda un lavoro di tale entità accettando un incarico sotto soglia alla stregua di un incarico per la progettazione di un capannone industriale. Ma forse ci sono motivazioni che noi umani non possiamo comprendere. Vi racconto una storia che potrebbe risultare interessante: pochi anni fa ci fu un caso a Torino, in cui per il progetto di rinnovamento e ristrutturazione del Museo Egizio, con relativo ampliamento, tutto a gara con inviti, curriculum e tutto il necessario per rispettare i principi di trasparenza, al quale parteciparono studi a livello anche internazionale, un noto professionista anziano emerito della città di Torino, scelse di mettere la richiesta economica a valore quasi 0 (zero), questo perchè per lui non era più importante la parcella, ma fare il lavoro e lasciare una firma del suo passaggio in città. Forse anche Dezzi Bardeschi, nonostante le sue referenze, sente il bisogno di lasciare il solco nella città pitagorica, svendendo la sua fama pur di realizzare il polo culturale … “Così si assegna il rifacimento della banchina di una statale, non un museo archeologico nazionale!!!” ma come vedete, a volte si percorrono strade particolari e non sempre prevedibili. Un modo simpatico e soprattutto garbato nel senso del contenuto anche etico del progetto, poteva essere che al Prof. Dezzi Bardeschi venisse dato un incarico preliminare generale anche di quella entità economica, al fine di istruire uno strumento di coordinate generali, “data la sua esperienza”, e su quelle coordinate istruire il bando, per cui chiunque vincesse dovrebbe attenersi a precise istruzioni, diciamo così, “per non perdere il controllo del progetto”, in particolare per il contesto in cui si va ad inserire. Considerato che ormai Dezzi Bardeschi è onnipresente nelle progettazioni per la città di Crotone, “forse” ma diciamo forse, potrebbe avere questo incarico preliminare, ma non tutta la torta!!!
Flora Sculco, Capo Gruppo I DemoKRatici
Enrico Pedace Consigliere, Comunale i DemoKRatici