“Anche sul Castello Normanno del nostro amato Centro Storico la verità è diversa dalla versione diffusa dall’associazione “Riprendiamoci la città”, con cui si vuole svincolare il passato amministrare politico di Rende dalle responsabilità sulla questione ritardi nel restauro dell’antico maniero – afferma in una nota il M5S. Pare assurdo dover precisare che il coinvolgimento di soggetti esterni, che non abbiano alcun legame di conoscenze sul territorio non dovrebbe essere avversato, perché non implica necessariamente il lasciar fuori gli enti locali, ma dovrebbe essere considerato come garanzia di trasparenza assoluta rispetto alle solite logiche che determino gli appalti dalle nostre parti. A noi piace parlare con documenti in mano e verità dei fatti. Dunque, in riferimento alle note diffuse sulla stampa qualche giorno addietro dalla sopracitata associazione, è d’obbligo chiarire alcuni aspetti amministrativi: il finanziamento concesso dalla Regione Calabria con decreto del dirigente del Dipartimento 12, prot. n° 1020 del 27/11/2008. A seguito della relativa stipula di convenzione, venivano erogata un’anticipazione di € 450.000,00 e quindi predisposto da una società esterna un progetto ma, per il ritardo delle realizzazione, il finanziamento veniva revocato il 12/10/2011. Il 2 agosto 2013, con nota prot. n° 0256679, la Regione Calabria, Dipartimento 11, nella persona del Dirigente del dr. Schiava, ha comunicato che, a seguito di monitoraggio della APQ Beni Culturali, erano state individuate le economie necessarie per rifinanziare il progetto e che il Settore era in attesa della risposta del Dipartimento di Programmazione per la ricollocazione delle stesse, da comunicare poi all’Ente. Il 5 dicembre 2013, non avendo avuto notizie in merito, il Commissario Straordinario chiedeva con nota prot. n° 43335 di essere informato sulle’sito della ricollocazione per porre in essere gli adempimenti propedeutici alla realizzazione dell’intervento di riqualificazione del castello Normanno di Rende, avendo posto in essere provvedimenti che davano continuità al progetto originario del 2008 per la destinazione culturale dell’immobile.
Data l’approvazione del tavolo dei sottoscrittori in merito alla riprogrammazione del finanziamento, comunicata dal Ministero della coesione Territoriale alla Regione e da questa al Comune, con nota del 24 gennaio 2014, prot. n° 3194, si chiedeva alla Direzione Regionale – settore Beni Culturali – di poter revisionare il progetto esecutivo dell’opera del 2008 che, dato il lungo periodo trascorso e la nuova destinazione d’uso museale, necessitava una rivisitazione parziale e il coinvolgimento della Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici e Culturali della Calabria, estendendo la Convenzione alla stessa, al fine di accelerare le procedure e garantire un contributo tecnico altamente qualificato, sia per la progettazione che per l’esecuzione dell’opera. Ecco, a parte date e protocolli, sempre noiosi da nominare, ma necessari quando si vuole dimostrare alla gente le evidenze dei fatti, rispondendo alle illazioni di certa parte politica, per noi fila tutto liscio e lineare nell’interesse alto della comunità rendese che conosce bene le incapacità già dimostrate dai precedenti amministratori: perché, nei fatti, per negligenze e ritardi si era già persa la possibilità di restaurare il Castello, con richiesta finanche di restituire l’anticipazione erogata. Risulta dubbia, infine, anche l’utilità della struttura in vetro che risulta essere anche poco funzionale: basta pensare che d’inverno è fredda mentre d’estate si trasforma in una serra. Lo ripetiamo, qualcuno farebbe bene a chiedere scusa e a mettersi da parte”