Me ne andai
per il borgo dei miei avi a passeggiare,
mi inerpicai
per la collina, tra gli ulivi secolari.
Mi affannai
a cercare l’augusta dimora familiare.
Mi ritrovai
in un dedalo di viuzze e calli peculiari
traboccanti di odori e di case singolari,
a mo’ di presepe collocate,
una all’altra abbarbicata.
Mi inoltrai
nel cuore del borgo,
spesso sognato e ricercato
e, dopo scalinate anguste
e scoscesi avvallamenti,
mi ritrovai
davanti
all’illustre magione
che d’un tempo
perse lo splendore,
ma che, in una piazzetta, ora silente,
racconta gli antichi fasti ai passanti.
Il mio cuore sussultò
dianzi a tal visione
e il venticello, accarezzandomi,
portò seco la voce di chi qui dimorò.
Sembrommi vedere
l’andirivieni
di chi quei signori riverì
e il mio cuore
di curioso mistero si riempì.
Parvemi scorgere
l’aereo sembiante di quella bisnonna,
mai conosciuta,
ma di cui sentii tanto raccontare
e di ascoltare
il tintinnio di quelle chiavi
che al fianco lasciava penzolare.
Fui fiera
di avere caparbiamente ricercato
la dimora.
Scrissi col “Profumo degli ulivi”
la peculiare storia,
per rinfrancare e rinvigorir memoria,
per dar vigore,
forza e onore
a ciò che fu
e che, nel cuore, è conservato
perché…
non c’è presente
se non v’è un passato!
Prof. Domenica Milena Arcuri Rossi