Si è svolto, la sera del 15 dicembre presso l’aula consiliare del Comune di Scandale, il Convegno “Il Natale nella tradizione e nella fede”, previsto dal programma delle iniziative natalizie volute dal Sindaco di Scandale Iginio Pingitore. Relatori al convegno sono stati il parroco di Scandale, Don Rino Le Pera, ed il Presidente della Scuola Permanente di Educazione e Formazione per la prevenzione primaria del maltrattamento ed abuso (Scandale), Claudio Pirillo. In una sala consiliare affollata – anche per la presenza di pubblico extracittadino – il Sindaco ha porto i suoi saluti ai convenuti ed ai Relatori. L’Amministrazione Comunale presente per l’occasione anche col suo Vice Sindaco Alessandro Ritelli e l’Assessore alla Cultura Maria Luisa Artese ha detto il Sindaco, “ha voluto queste iniziative per cementare la comunità scandalese e rafforzare la solidarietà fra cittadini che voglio crescere, socialmente e culturalmente”. Il Sindaco ha proseguito dicendosi certo, che la cultura e la partecipazione della gente agli incontri promossi, anche invitando eminenti personalità culturali da tutta la provincia, potrà davvero apportare quei benefici e quei cambiamenti positivi che ogni comunità deve perseguire, se vuole crescere nell’armonia e nel reciproco aiuto. Dopo i saluti il Sindaco ha ceduto la parola al parroco Don Rino Le Pera, il quale ha affrontato la tematica sotto il profilo dei riferimenti biblici e dell’esegesi evangelica e, naturalmente, in relazione agli aspetti liturgici. Ponendo in relazione la liturgia e la fede, Don Rino si è soffermato all’inizio sulla storicità della figura cristica, non soltanto come puro racconto evangelico, bensì come realtà spazio-temporale di un evento che certamente ha influenzato ed ancora influenza la storia dell’umanità.
Don Rino ha riferito i vari aspetti dell’atteggiamento fideistico, spiegando come la fede deve nascere dalla certezza, per il cristiano, che l’azione cristica sia realmente incisiva per chi voglia viverla concretamente anche nella sua vita quotidiana. Don Rino ha anche riconosciuto, con grande onestà intellettuale, che la festività del Natale è precedente il cristianesimo e che soltanto dopo l’affermazione politica del cristianesimo, nel IV secolo d.C., le festività liturgiche si sono imposte ai popoli. La metastoria e la metafisica del Natale hanno costituito il filo conduttore dell’intervento di Claudio Pirillo, che ha spaziato dagli antichissimi riti artici delle genti indoeuropee ai riti mithraici e dionisiaci ed egizie, da quelle indo-arye ed aryo-iraniche, dimostrando come il Rito della Luce, nella ricorrenza annuale del “Dies Natalis Solis Invicti”, sia traslato -per effetto della glaciazione delle regioni subpolari, antichissime sedi degli Indoeuropei- nell’Europa meridionale, Iran ed India- mantenendo nei millenni il suo valore non solo di festa per il Sole che ritorna dopo ogni lunga notte solstiziale, ma anche per il senso ed il significato connessi ai misteri della evoluzione sacerdotale e pontificale degli uomini. Interessantissima è stata la spiegazione -secondo la più classica ermeneutica- dei nomi e degli eventi legati al Natale anche sotto la veste caldea-ebraica-cristiana, a cominciare dalla figura di Gesù Bambino (poi, Gesù detto il Cristo), ovvero dei motivi che hanno consentito al Cristianesimo di appropriarsi di riti e festività pagane-occidentali, adattandole alle necessità del nuovo credo religioso. Pirillo ha citato con dovizia di particolari anche la storia del presepe, facendo notare che la presenza del bue e dell’asinello nell’iconografia risale a due ordini di motivi: il primo, dovuto ad un errore di trascrizione dal greco del racconto della natività contenuto nei vangeli; il secondo, perché era ben noto ai francescani che l’asino ed il bue (o Toro) erano associati rispettivamente ai misteri di Dioniso e di Mithra, sempre in connessione con gli antichi riti solari. Una trattazione quanto mai completa quella di Pirillo, che ovviamente si è soffermato anche sul significato dell’Albero di Natale per poi concludere come anche nella manifattura dei dolci natalizi, specialmente nel nostro Sud, e nelle tradizioni legate agli stessi dolci, vi sia una eco classico-pagana molto forte. In definitiva, il Natale non ha mai smesso di essere il “Dies Natalis Solis Invicti” di Eliogabalo e di Giuliano Augusto, come assolutamente riscontrabile nei Misteri di Mithra in particolare, nelle religioni misteriche pre-cristiane in genere”.