“Per me è un’occasione importante”. Lo ha detto il capo della Squadra Mobile di Roma Renato Cortese, il superpoliziotto che nell’aprile del 2006 arrestò Bernardo Provenzano, che tra qualche giorno lascerà la questura di Roma per andare a dirigere il Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia. “Sicuramente – ha detto Cortese durante un saluto informale con la stampa – ho tanti ricordi di questi tre anni alla Squadra mobile. Per chi ama fare indagini e il mestiere dell’investigatore la squadra mobile di Roma è un posto esaltante. Ringrazio i valorosi investigatori, uomini e professionisti, e rassicuro i romani che l’attivita’ della mobile andrà avanti cercando di dare ulteriori risposte in termini di sicurezza alla città”. “In questi anni – ha infine ricordato Cortese – abbiamo dato risposte a violenze sessuali, omicidi e alla criminalità organizzata e ai delitti di ‘ndrangheta e di camorra”.
Cortese, 49 anni, originario di Santa Severina, nel crotonese, assumerà il nuovo incarico lunedì, avendo alle spalle già numerosi successi. Nell’aprile del 2006 era stato proprio lui, che era capo della catturandi di Palermo, a entrare per primo nel casolare di ‘Montagna dei cavalli’ nei pressi di Corleone, dove si trovava Bernardo Povenzano, latitante da 46 anni. Oltre alla cattura del secolo che gli è valsa, insieme ad altri successi, una promozione a primo dirigente, Cortese ha scovato latitanti di primissimo piano. Il 15 giugno del 2007, due mesi prima della strage di Duisburg, in cui vengono uccise sei persone, arriva a Reggio Calabria. Due anni di indagini e la mobile calabrese mette a segno un importantissimo risultato: l’arresto di Giovanni Strangio, considerato l’ideatore e uno degli autori della strage in Germania. Durissimo colpo alla ‘ndrangheta, che mette un punto alla sanguinosa faida di San Luca. Anche a Roma Cortese ha ottenuto diversi risultati, ultimo l’operazione contro la ‘ndrangheta conclusa pochi giorni fa che ha smantellato un gruppo che controllava il quartiere di Primavalle.