
Sul reintegro del comune di Ciro’, che era stato dapprima sciolto per presunto condizionamento mafioso, c’è Appello del Ministero. Per il sindaco Mario Caruso è un assurdo, noi intanto-prosegue- continuiamo ad amministrare fiduciosi nella giustizia. Intanto per mercoledì 20 aprile c’è il primo consiglio comunale dopo la sentenza del TAR che aveva annullato lo scioglimento del comune lo scorso gennaio. Ricorso in appello presentato dal Ministero dell’Interno avverso la sentenza del TAR Lazio n. 999 del 21 gennaio 2015. Si tratta – dichiara il Primo Cittadino della Città del Vino e di Lilio – di una evidente persecuzione, infondata ab origine e screditata dalle sentenze del Tribunale di Crotone e dal Tar Lazio sez. I.
È evidente che – continua Caruso – in un clima difficile e già precario per gli enti locali, sempre più decurtati in termini di finanza pubblica, diventa arduo operare con serenità. Diventa impossibile – continua – progettare lo sviluppo dei prossimi anni di un territorio già mortificato da innumerevoli disfunzioni e gravi ritardi negli investimenti da parte di una classe dirigente distratta nel tutelare l’interesse pubblico. Siamo all’assurdo – dice ancora il Sindaco: organi dello Stato, per e pur di non ammettere l’errore madornale fatto alle spalle di onesti amministratori, insistono e perseverano, utilizzando risorse pubbliche per avvalorare una teoria priva di ogni ragionevole fondamento giuridico e morale. Tuttavia – aggiunge – restiamo fiduciosi poiché crediamo ancora nella Legge e nella Giustizia, governata da uomini onesti in una Italia dove si assiste ogni giorno al discredito continuo fra organi e funzioni di governo. Continueremo ad amministrare, così come abbiamo sempre fatto – conclude Caruso – tutelando l’interesse pubblico rispetto all’interesse privato. Attendiamo serenamente la decisione del Consiglio di Stato, fiduciosi che un giorno qualcuno preposto si accorgerà di quello che purtroppo ci appare ormai soltanto come il “Teorema Cirò”, facendo giustizia non solo nei nostri confronti ma soprattutto nell’interesse della comunità che assiste sbalordita su questa vicenda assurda e nefasta.