L’associazione di volontariato “Il Lunario”, in collaborazione con la parrocchia S. Antonio da Padova ed il Centro servizi per il Volontariato “Aurora” di Crotone, sono stati gli organizzatori del convegno dal titolo: “Figli di un Dio minore – Immigrati minori non accompagnati, problematica e opportunità”, svoltosi a Cirò Marina nella stessa chiesa di S.Antonio, giovedì 11 scorso. Sono intervenuti davanti ad uno sparuto pubblico di fedeli, padre Lombardo, Alfonso Calabretta, presidente del Lunario, Pino Lumeno De Lucia, presidente di Agorà Crotone, Filippo Sestito direttore del CSV Aurora di Crotone e Lucia Sacco, Amministratrice della Cooperativa Sociale I Tre Melograni, mentre l’indisponibilità per impegni della Garante Marilina Intrieri ha visto la presenza dell’avv.to Giovanna Abbruzzino che ha portato il suo saluto. Il tema, fortemente nel dibattito quotidiano attuale, è stato affrontato nella sua dinamicità, partendo con un racconto crudo e amaro dalle sue radici storiche, cioè, come ha spiegato e illustrato padre Lombardo, sin dalle sue origini e cioè sin da quando l’occidente ha creato il mostro dello “schiavismo”, importando per suoi utili economici la forza lavoro giovanile africana. Uno schiavismo fatto di lacrime, sangue e abbandoni dolorosi dei popoli africani per sostenere i sistemi socio economici occidentali che si fondevano e, in maniera diversa, si fondano ancora, cioè si utilizzava questa forza lavoro privata e portata in Europa e nelle Americhe in condizioni disumane, a scopi produttivi. L’immigrazione illegale, così come quella regolare, è un fenomeno oramai divenuto problema globale e impellente, di cui sono oggetto generalmente i Paesi più ricchi, seguendo rotte e modalità di trasporto svariate. Tali spostamenti definiti irregolari se avvengono senza la necessaria documentazione, per altro di frequente coinvolgono trafficanti di esseri umani, talvolta costituiti in vere e proprie organizzazioni criminali dirette al loro sfruttamento. Le persone che si muovono in questa maniera spesso mettono a rischio la propria vita, sono obbligate a viaggiare in condizioni disumane e possono essere oggetto di sfruttamento e abuso.
Gli immigrati, è emerso dai vari interventi dei relatori, sono quindi di solito mossi dalla ricerca di condizioni di vita migliori, spesso i Paesi di provenienza sono poveri oppure in quei Paesi non vengono rispettati i diritti civili. Nel secondo caso, potrebbero avere diritto ad ottenere lo status di rifugiati richiedenti asilo. Nel suo intervento, Filippo Sestito ha evidenziato che da un punto di vista politico l’immigrazione clandestina va a toccare una serie di grandi questioni sociali quali: l’economia, il welfare state, l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la schiavitù, la prostituzione, le protezioni giuridiche, il diritto di voto, i servizi pubblici, e i diritti umani. Tutte questioni che oggi non hanno una regolamentazione ben definita e che, giorno dopo giorno assume un forte impatto sociale sull’opinione pubblica che da una parte, si dimostra pronta ad accogliere e aiutare, dall’altra vorrebbe maggiori garanzie di sicurezza. La querelle politica strumentale spesso dimentica che tra il 1988 e il 2008 dall’osservatorio sulle vittime dell’immigrazione, almeno 12.012 tra uomini, donne e bambini hanno perso la vita tentando di raggiungere l’Europa clandestinamente, facendo del Mediterraneo il più grande cimitero sotto il cielo. In sostanza, come ha detto padre Lombardo, l’occidente ha privato e sta privando l’Africa a sperare”. Perché se si vuole veramente fare cessare questo flusso continuo, bisogna restituire agli Africani la speranza di restare nella loro terra, aiutarli nella loro terra e quindi fare cessare lo sfruttamento, perché di sfruttamento si tratta. A Noi Italiani, hanno detto gli intervenuti, il compito morale di accoglierli, anche perché l’incontro fra culture diverse porta crescita e sviluppo sempre. Diritti umani prima di quelli commerciali. Interessanti le esperienze di Pino De Lucia, impegnato da molti anni con la sua comunità che ha detto che ciò che si vede nei tg e sulla stampa e molto lontano dalle lacrime e dai bisogni dei migranti che chiedono soltanto di avere l’opportunità di integrarsi. Come altrettanto positiva l’esperienza illustrata da Lucia Sacco che alla base dell’accoglienza dell’immigrato deve esserci la capacità di ascoltare, comprendere, aiutare, donare.