di Gianfranco Turino. 27 giugno 1980; uno sprazzo d’anni, una notte come tante e immagini mai realmente viste. La scia biancastra di un aereo che precipita veloce verso l’abraccio mortale del mare. Urla disperate di chi sa che la vita è arrivata al capolinea, che finisce li, tra le stelle e le calme acque di Ustica. Volti anonimi spettralmente stampati nella nebbia dell’immaginazione, consapevoli di una morte senza risposte alle tante frenetiche domande negli spiccioli degli attimi finali. E’ la fine dei sogni, una tragedia del tempo, un incubo infinito. In quei visi la fatalità di un esistenza che si chiude senza un domani. Ustica è la storia della vita inesorabilmente troncata da un missile, in una notte di mezza estate al lume delle stelle che, nel cielo, brillavano per chiamare le figure di quel volo, coprendosi gli immaginari occhi per non vedere il dolore della scomparsa. Da quella tragica sera del 27 giugno 1980, quando il DC9 Itavia (ITIGI-IH870 da Bologna a Palermo) dopo l’ultimo contatto radar alle 20,59, finì tra le braccia gelide della signora con la falce, sono trascorsi 35 anni, tanti, troppi, per essere vissuti sul filo della speranza di conoscere una verità che tutti sapevano ma che tutti tacevano, affogando le coscienze nel silenzio.
I fatti sono ormai parzialmente di dominio pubblico, le 81 vittime (77 passeggeri e 4 componenti dell’equipaggio) hanno finalmente trovato una molecola di pace per un soffio di giustizia che ha aperto i suoi cardini emettendo nuove sentenze, annullando le vecchie balorde insinuazioni, condannando i responsabili dei depistaggi e dei tentativi di insabbiamento. Da ex-dipendente dell’Itavia, mi sia consentito un ricordo particolare alla memoria dei componenti dell’equipaggio che conoscevo perfettamente e con cui avevo diviso il tempo, lo spazio e la storia della compagnia: comandante Domenico Gatti, 44 anni, un amico con cui ho disegnato una infinità di progetti nelle notti dei postali, aspettando la partenza dell’HERALD, secondo pilota Enzo Fontana 32 anni, sempre pronto alla battuta scherzando con noi di terra, assistente di volo Paolo Morici, 39 anni, era un personaggio che,a bordo, con le sue battute manteneva allegri i passeggeri, Rosaria De Dominicis 21 anni, entrata in servizio come allieva assistente di volo, una fragile figura piena della passione per il volo. Un attimo di commozione profonda per loro e per i 77 passeggeri che si rinnova ogni 27 giugno. Il 2015 segna i 35 anni volati nel vento dei sospetti e delle attese, ma anche nella speranza che possa servire a svelare i misteri delle le tante verità nascoste. L’Itavia, dopo Ustica, finiva il suo ciclo operativo per l’ostracismo di una classe politica che ha voluto crudamente insabbiare l’unica società di navigazione aerea, totalmente privata, capace di fare concorrenza alla stessa Alitalia.