Richiesta collaborazione volontaria di immigrati. Questa la singolare proposta avanzata dal Sindaco, Roberto Siciliani alla Struttura Sant’Antonio di Cirò Marina, che si occupa di immigrati. Nella lettera invito inoltrata al rappresentante legale della struttura, il Sindaco spiega che l’idea collaborativa è stata sviluppata al fine di “elaborare una nuova strategia di convivenza civile, fra persone di nazionalità e culture diverse, al fine di cercare di educare la comunità alla solidarietà verso i fratelli migranti”. “Le attività da svolgere prevedono 20 immigrati volontari che giornalmente, dal 13/07/2015 al 29/08/2015, si occuperanno di monitorare, custodire e pulire il lungomare, la pineta e la spiaggia effettuando attività di rispetto alla sostenibilità ambientale, informando ed educando la collettività, e questo è il punto singolare, al corretto utilizzo degli spazi, delle attrezzature, degli arredi urbani, al rispetto delle normative vigenti in materia di Regolamento Comunale del verde pubblico, sulla corretta fruibilità delle aree stesse”.
La domanda che ci si pone infatti è: “come potranno dei fratelli immigrati educare? Con quali conoscenze del territorio? Con quale linguaggio comune? Si vuole tutelare il nostro verde pubblico e l’arredo urbano, affidandolo alla “custodia” degli immigrati? Il proposito è certamente lodevole e andrebbe sicuramente sponsorizzato, ma, crediamo, necessiterebbe di una maggiore azione integrativa e di affiancamento dei “volontari immigrati” con altrettanti volontari indigeni che faciliterebbero il loro diretto coinvolgimento. Ci si potrebbe domandare ancora, come dei volontari immigrati potranno svolgere educazione, promozione e informazione ambientale? Come potranno tutelare il rispetto delle ordinanze dell’Amministrazione relative alla fruibilità delle aree verdi? Il controllo delle norme igieniche e di sicurezza delle attrezzature presenti nelle aree verdi?come informare i turisti senza conoscenza dei luoghi? Li si vuole fare diventare “Custodi del Territorio”, per valorizzare il territorio e le sue risorse. Forse prima bisognerebbe formarli e aiutarli ad integrarsi questo per invertire la rotta, se veramente si vuole consentire agli immigrati di essere protagonisti del proprio futuro e di quello della città che li ospita, come nella lettera inoltrata al responsabile della comunità di immigrati, il Sindaco dichiara di volere attuare.
Quale lungomare,quale pineta e quale la spiaggia? o forse non sarebbe meglio dire quelli superstiti?