Gli esperti nazionali, quelli che di continuo monitorano l’andamento del Paese in tutti i settori, affermano che la ripresa occupazionale si potrà avere fra venti anni. Sembra una previsione esagerata ma a giudicare da ciò che giornalmente succede in Italia è una previsione anche ottimista per alcune Regione, prima fra tutte la Calabria. In questa Regione l’unico “lavoro” sono gli ammortizzatori sociali, quando vengono erogati. Per lavoratori non s’intendono più coloro che prestano servizio presso una qualsiasi azienda privata o pubblico impiego, due settori ormai estinti del tutto o quasi. Per lavoratori calabresi del terzo millennio s’intendono gli LSU-LPU (Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità). Questi “lavoratori” non interessano più al Governo che intende interrompere la continuità lavorativa ed il regolare pagamento. Ciò che il Governo vorrebbe mettere in essere nei confronti di questi cittadini è contestato da CGIL-CISL-UIL Calabria e rispettive Federazioni di categoria NiDIL CGIL, FeLSA CISL e UilTemp regionali. Esprimono sconcerto e rabbia per la mancata approvazione dell’emendamento per gli LSU-LPU calabresi e il successivo mancato inserimento della norma nel maxiemendamento che sarà discusso domani in Senato.
“Siamo di fronte all’ennesimo atto di ostracismo nei confronti della Calabria e dei Calabresi da parte di un Governo irresponsabile, che sin dal primo Consiglio dei Ministri (inspiegabilmente) ha volutamente “stralciato” la norma che avrebbe consentito la continuità dei rapporti di lavoro ed il regolare pagamento dei lavoratori. Unitariamente le segreterie regionali annunciano una forte iniziativa di mobilitazione a partire dalla giornata dal 29 luglio (così come indicato dall’assemblea dei lavoratori di venerdì scorso) per chiedere al Governo il recupero immediato, anche in altri provvedimenti legislativi, di una norma che, lo ricordiamo, non prevede aggravio di costi ma che è semplicemente autorizzativa rispetto alla cumulabilità delle risorse ministeriali con i 38 milioni messi a disposizione dalla Regione Calabria. CGIL-CISL-UIL Calabria e le rispettive Federazioni di categoria NiDIL CGIL, FeLSA CISL e UilTemp regionali invocano un intervento risolutivo della deputazione parlamentare calabrese che dovrà portare fino alle estreme conseguenze la volontà politica fino ad oggi espressa, tendendosi pronta a far mancare il sostegno al Governo in caso di mancata approvazione della norma che è essenziale per non bloccare la contrattualizzazione degli LSU-LPU calabresi che, lo ripetiamo, non invocano assistenzialismo e rivendicano con forza e dignità il loro diritto alla prosecuzione di un percorso di contrattualizzazione che dia loro un futuro stabile dopo vent’anni di lavoro nero legalizzato”.




