Antonio Galardo non è stato il solito giocatore crotonese che dopo aver dato i primi calci al pallone nella propria città o disputato qualche campionato, emigra con la speranza di migliore fortuna calcistica.
Antonio Galardo la sua ventennale carriera di calciatore professionista l’ha vissuta nella sua città indossando la maglia rossoblù in quindici campionato per un totale di 500 partite e 50 gol realizzati.
Dopo aver iniziato la carriera nei dilettanti passa al professionismo in occasione del campionato 2002/2003 serie C1 per volere della società pitagorica dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna. Lo vogliono nella loro squadra per il ritorno in serie B sotto la guida tecnica di Gaetano Auteri.
La promozione nella cadetteria avviene però l’anno successivo con il tecnico Gian Piero Gasperini e con Galardo che continua a indossare la maglia rossoblù. Tre campionati di serie B e poi la retrocessione in C1 (2006/2007) dove il Crotone rimane due campionati. Nel frattempo molti giocatori hanno cambiato società ed altri ne sono arrivati, ma Galardo sempre tra i confermati a gioire per la seconda promozione in serie B campionato (2008/2009) con Francesco Moriero allenatore.
Gli ultimi sei campionati di serie B l’hanno visto sempre tra le fila rossoblù.
Il cinque settembre 2015 a proposito della prima del campionato, dagli altoparlanti dello stadio dove giocherà il Crotone si ascolteranno i nomi di chi scenderà in campo fin dall’inizio e di chi andrà in panchina, non si ascolterà il nome di Antonio Galardo e non perché squalificato, infortunato o non convocato, ma perché ha deciso di congedarsi dai terreni di gioco all’età di trentanove anni.
Nel tempo sarà ricordato come il calciatore crotonese più longevo di tutti i tempi. In campo un vero capitano che ha sempre lottato affinché i colori sociali della sua squadra fossero vincenti.
Lascia il calcio giocato ma rimane nell’ambiente e per l’occasione il capitano rossoblù si è rivolto a tutti i tifosi attraverso una lettera.
“Cari tifosi, il giorno è arrivato, quel giorno che ho allontanato per tanto tempo con il mio lavoro ed il mio impegno, arrivando a giocare fino a quasi 39 anni in un campionato difficile, lungo e duro come la Serie B.
Il 9 agosto per l’ultima volta indosserò la mia seconda pelle, la maglia rossoblù. È stata una scelta difficile e anche dolorosa. Non è facile, infatti, fermarsi dopo aver respirato il profumo dell’erba bagnata per oltre vent’anni, e avendo indossato per tantissimi anni la maglia della mia città, quella per cui ti batte il cuore fin da quando sei piccolo. Ho lottato su ogni campo, ho sudato, faticato, pianto e gioito, quasi sempre con la maglia del Crotone cucita addosso. Sono stato fortunato, ma la fortuna l’ho aiutata con il mio impegno, la mia professionalità e la mia serietà, doti che mi hanno trasmesso prima i miei genitori, poi il mio mentore Pino Faga, infine, le ho ritrovate nella società del Crotone calcio. Doti che non mi abbandoneranno mai, nemmeno quando dal 10 agosto avrò un ruolo diverso da quello del calciatore. Torno a ripeterlo, è difficile, molto difficile pensare che non sarò più in ritiro il venerdì pomeriggio, che non respirerò la tensione della partita, che non sentirò gli applausi del mio pubblico all’uscita del sottopassaggio. Allo stesso tempo, però, sono felice di iniziare una nuova avventura, di poter offrire il mio bagaglio tecnico e di esperienza ai più giovani, e sempre nel nome del Fc Crotone calcio.
Ora è il momento dei ringraziamenti che sono davvero tanti e ho paura di dimenticare qualcuno. Il primo grazie è per la famiglia, per mia moglie e i bambini ai quali non ho mai fatto mancare la mia vicinanza, nemmeno quando si partiva per i lunghi ritiri. Grazie ai presidentissimi Raffaele e Gianni Vrenna, che hanno creduto in me dal primo momento e non hanno mai smesso di farlo. Grazie a Salvatore Gualtieri, a Raffaele Marino, a Peppe Ursino e a tutti i dirigenti del Crotone. Grazie a tutti gli allenatori che ho avuto, fa ognuno di loro ho imparato qualcosa. Grazie ai medici, massaggiatori, terapisti, ai magazzinieri, ai dipendenti, a Emanuele Roberto, ad Anselmo Iovine che sono anche amici veri e sinceri. Grazie a tutti i compagni di squadra che in questi anni ho avuto la fortuna di conoscere. Sono fiero di aver potuto raccontare la mia storia di uomo e calciatore grazie al giornalista Bruno Palermo che, non senza difficoltà, ha raccolto storie e notizie e scritto il libro “Esce Galardo entra nessuno”. Grazie a tutti i tifosi. A quelli che a Crotone hanno sofferto, saltato a cantato con me e gridato il mio nome. Quelli che mi hanno sempre sostenuto. Grazie alle migliaia di tifosi che in questi anni ho incontrato in giro per l’Italia, sempre orgogliosi e fieri di essere crotonesi e di farlo vedere al mondo intero. Grazie ai giornalisti di Crotone che hanno sempre avuto un occhio di riguardo nei miei confronti. Grazie a tutti quelli che in qualche modo hanno contato qualcosa nella mia carriera calcistica. Grazie. Grazie. Grazie, mille volte grazie e sempre, eternamente forza Crotone.