Nel sempre suggestivo Borgo Saverona, la Cantina Librandi, conferma la sua vocazione di leader del settore vitivinicolo Calabrese. Non è una nostra affermazione, che condividiamo a prescindere, ma l’insieme delle affermazioni, degli attestati, dei consensi ricevuti all’unisono dagli autorevoli esperti del settore e delle Istituzioni, intervenuti al convegno “L’identità del Gaglioppo: vitigno, territorio e uomini”, che si è svolto venerdì scorso. Gestito sapientemente da Clementina Palese, dell’informatore Agrario, nel corso dei vari interventi è emersa la necessità e l’importanza del “lavorare in rete per fare emergere, il piccolo “mondo” della Calabria, nel panorama internazionale dei vini, perché è in Calabria che vi è la più alta concentrazione di vitigni autoctoni, una vera ricchezza.” Una ricchezza che non è soltanto tecnica, sperimentale e innovativa, ma soprattutto culturale. Quella cultura fatta del sapore della propria terra, della sua storia, dei suoi profumi, delle proprie tradizioni, dei suoi paesaggi. Cultura che la cantina Librandi ha sempre fatto emergere con forza, anche attraverso il centro culturale “A Casedda” dove ogni anno la nostra migliore cultura Calabrese si incontra con l’arte, il buon bere, la musica, la poesia.
D’altronde, questo per sottolineare ancora con maggiore forza la tenace volontà dell’azienda Librandi nel perseverare tali obiettivi, ricordiamo che proprio a Nicodemo Librandi, è stato assegnato il Premio internazionale ambasciatori delle città del vino, da parte del presidente dell’associazione, Paolo Benvenuti, premio riservato alle pubblicazioni del settore vitivinicolo, libri, opere o innovazioni documentate che la giuria, formata da esperti del settore, assegna ogni anno. In quell’occasione, ricordiamo per l’azienda Librandi sono state premiate due ricerche di estremo interesse che segnano una svolta nello studio della viticoltura della Calabria: il primo e’ il volume “Gaglioppo e i suoi fratelli “ che rappresenta la principale e completa opera ampelografica condotta sulle varietà autoctone che compie un’operazione di riordino, stabilendo tra vitigni omonimi, sinonimi e nomi locali il grande patrimonio diffuso su tutto il territorio calabro. Il secondo volume “Valorizzare con metodi moderni un’antica vocazione vinicola” analizza i risultati di tre anni di ricerca finalizzati a individuare tutti i fattori che contribuiscono a valorizzare le attitudini enologiche dei vitigni che s’intrecciano all’ambiente, al clima e alle tecniche agronomiche.
Uno studio che dei biotipi selezionati di Gaglioppo, Magliocco dolce e Pecorello, ha permesso la selezione di cloni che nel futuro potranno essere utilizzati per il miglioramento genetico qualitativo delle produzioni enologiche. che significano sostenibilità e multifunzionalità’ di una viticoltura d’avanguardia all’interno della quale il profilo di un vino si arricchisce di un plusvalore dato dalla professionalità aziendale e dalla bellezza del territ orio nella sua interezza. Ma, a tanti elogi da parte di tutti, per la ricerca, per il coinvolgimento dei “vignaiolo” nel fare rete, sono intervenute anche “efficaci e realistiche critiche” su quanto “perso” negli ultimi anni e su quanto si sarebbe dovuto fare e ancora è dall’essere fatto. Le critiche stimolanti sono state lanciate da Francesco Liantonio, presidente di Valoreitalia, l’organismo di certificazione dei oltre il 70% dei vini italiani, vice presidente di Federdoc e presidente del Consorzio Castel del Monte, che proprio partendo dalla personale esperienza del Consorzio guidato da lui, ha sottolineato l’assoluta necessità di dare vita ed energia al consorzio di tutela della doc di Cirò Marina, allo stato guidato temporaneamente da Valentino Zito, presente fra gli altri in sala.
Un consorzio, il nostro, che negli ultimi tempi ha prodotto solo divisioni e contrasti e che andrebbe rilanciato al più presto, unitamente ad una cultura dell’accoglienza e di difesa dell’ambiente che permetterebbe di dare sfogo ad un vero enoturismo. Liantonio ha r ed ha nel contempo segnalato la perdita di circa 30 mila ettolitri di vino dal 2010 ad oggi per una perdita di un milione e mezzo di bottiglie. Chiaro il messaggio a fare presto e fare bene. Librandi Nicodemo prossimo presidente ci verrebbe da dire? Si vedrà. Sicuramente, alla presenza di autorevoli autorità, come il Prefetto di Crotone Vincenzo De Vivo, il Maggiore Fabio Falco, comandante la Compagnia Carabinieri di Cirò Marina, il luogotenente della Gdf Francesco Notaro, i deputati Dorina Bianchi e Nicodemo Oliverio che nei loro interventi di saluto hanno assicurato il loro sostegno alla filiera enologica e all’enoturismo più in generale, il messaggio lanciato dagli esperti intervenuti al convegno è stato quello di trovare la strada dell’unità, associativa prima, progettuale dopo, che veda partecipe di questa innovazione metodologica, non solo il Cirò, ma la Calabria intera.
Sono intervenuti al convegno anche: il direttore di Confindustria di Cosenza, Rosario Branda, che ha “tradotto” il linguaggio del vino di conti economici e quindi sottolineare che solo facendo rete intorno alla produzione vitivinicola si potrà creare l’effetto moltiplicatore dal lato economico; Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli, che ha parlato e sostenuto che la Calabria, a differenza di molte altre realtà nazionali, in termini meravigliati “è una Calabria tutta da scoprire”. Non sono mancati gli interventi ad inizio lavori del giornalista Cesare Pillon, che ha parlato del rinascimento dei vini italiani e di Diego Tomasi che ha parlato della stretta connessione fra qualità e terroir. In conclusione possiamo dire, usando quanto detto dal giornalista Mojoli che “Il mondo del vino e il saper fare che lo contraddistingue deve interagire con quanto di meglio si muove dentro e fuori del settore. Un progetto, un’idea, un brand hanno un futuro solo se hanno una visione e una storia da raccontare”. Questo il sogno dell’azienda Librandi, come ha detto lo steso Nicodemo Librandi “ridare dignità e forza al comparto vitivinicolo del Cirò e Calabrese più in generale, legandolo alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla sua storia.”