Crotone in clima campagna elettorale a trecentosessanta gradi. Ogni partito, movimento coalizione fa presente ai cittadini gli argomenti che stanno bloccando la ripresa della Città. Un elenco non troppo lungo di cose negative che devono essere eliminate dalla prossima amministrazione. Gli argomenti di cui tutti i partiti e movimenti parlano sono conosciuti e bene dai crotonesi giacché li vivono sulla loro pelle. Riuscirà la prossima amministrazione a fare ripartire la città e da quali settori dovrà iniziare affinché riesca a fare giorno a Crotone?
Il responsabile FI Giovani, Raffaele Caccavo afferma che le recenti disposizioni del Governo e l’inerzia degli anni passati hanno minato le fondamenta dei diritti costituzionali dei cittadini crotonesi.
A Crotone falliscono la società che gestiscono lo scalo aeroportuale di S.Anna e l’erogazione dell’acqua pubblica; la Ryanair (unica compagnia dell’aeroporto crotonese) decide di cancellare tutti i voli da e per la città; il commissario per il Piano di rientro per il deficit sanitario decide – con il decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera – di chiudere importanti reparti del San Giovanni di Dio (unica struttura ospedaliera pubblica della Provincia); dalla stazione cittadina passano solo pochi treni regionali e l’unico intercity arriva fino a Taranto; la statale 106 continua ad essere la strada della morte e le strade provinciali che collegano i vari Comuni della Provincia versano in condizioni disastrose.
Quelli appena elencati sono solo alcuni dei problemi infrastrutturali del nostro territorio, sempre più abbandonato a sé stesso dalla politica locale e nazionale. Sembra, infatti, che ai crotonesi non è dato di spostarsi – con nessun mezzo – dal casa propria se non con enorme difficoltà e impiego di tempo e denaro. Ciò, in quanto ad ottobre lo scalo aeroportuale potrebbe trovarsi senza compagnia aerea a causa dell’aumento della tassazione stabilita con l’ultima legge di stabilità. Infatti, la competenza e i buoni propositi del neopresidente della SAGAS (la neoistituita società che gestirà lo scalo aeroportuale) Matteo Ambrosio potrebbero non bastare a far volare i cittadini da e per Crotone. A ciò va aggiunta l’inadeguatezza e la perdurante noncuranza della strada statale 106 che, insieme all’inefficienza della rete ferroviaria (da Crotone si può arrivare al massimo a Reggio Calabria e a Taranto), fa sì che i cittadini crotonesi si vedano privati del diritto di muoversi, in modo celere e comodo, all’interno del territorio nazionale. Tale situazione risulta ancor più grave se la necessità di muoversi è dettata dal bisogno di cure e prestazioni sanitarie che – come sancito in Costituzione – dovrebbero essere garantite a chiunque e ovunque. Infatti, con l’ultimo decreto del commissario per il Piano di rientro per il deficit sanitario, Massimo Scura, l’ospedale di Crotone è stato, ulteriormente, depauperato di unità operative fondamentali (nefrologia, anatomia patologica e talassemia) e posti letto. Secondo il commissario Scura e il vicecommissario Urbani, quindi, i cittadini crotonesi devono, forzatamente, spostarsi verso le strutture catanzaresi per poter vedersi garantito presso strutture pubbliche il diritto costituzionale alla tutela della salute. E la recente autorizzazione del Marrelli Hospital non affievolisce affatto la situazione, in quanto finché la suddetta struttura non otterrà l’accreditamento (che si ritiene necessario) dalla Regione non potrà, in alcun modo, integrare l’offerta pubblica per il soddisfacimento del fabbisogno sanitario del territorio.
Insomma, è chiaro che a Crotone i diritti costituzionali sono rimasti, in gran parte, lettera morta e che non sembra più procrastinabile la realizzazione di una concreta perequazione infrastrutturale. Ciò, al fine di allineare un territorio economicamente e strutturalmente depresso, come il nostro, al resto della Nazione, considerato chele nostre istituzioni sono soggette alle medesime regole fiscali degli altri territori della Repubblica per l’approvvigionamento delle risorse necessarie alla garanzia dei diritti e servizi. Risulta chiaro, pertanto, che senza il totale soddisfacimento del bisogno di infrastrutture i territori con minore capacità fiscale non riusciranno (con le attuali regole fiscali aggravate dal Piano di rientro sanitario che impone ai redditi più bassi il massimo della tassazione) a garantire, da soli, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che, a detta della Carta costituzionale, devono essere goduti uniformemente sul territorio nazionale.
Per la risoluzione di siffatte situazioni, nessuna risposa è arrivata dalla politica locale e, soprattutto, nazionale. Anzi, molto spesso ci siamo trovati di fronte ad un totale disinteressamento dei bisogni di quella parte della Nazione con la più bassa situazione reddituale e infrastrutturale che, da sola, rappresenta circa la metà della popolazione nazionale. Ne è un recentissimo esempio l’ultima legge di stabilità che con l’aumento della tassazione aeroportuale ha spinto l’unica compagnia aerea dell’aeroporto crotonese a minacciare di abbandonare lo scalo qualora non si arrivi ad una revisione della pressione fiscale. Ciò potrebbe rappresentare il definitivo colpo di grazia alla già intricata situazione dell’aeroporto Pitagora. Oltre al danno alla viabilità aerea va aggiunto il totale disinteresse per la rete stradale e ferroviaria calabrese alla quale sono stati pesantemente diminuiti i cd Fondi per la coesione e lo sviluppo (ex Fondi per le aree sottosviluppate). Ci chiediamo, a tal proposito, con quali risorse il Presidente Renzi intenda portare a compimento l’autostrada Salerno-Reggio Calabria entro il 22 dicembre. Insomma, secondo l’attuale Governo l’alta velocità ferroviaria deve continuare a fermarsi a Salerno, la SS 106 deve continuare ad essere una stradina stretta e malandata a doppia corsia, i calabresi devono volare solo dall’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e il commissario Scura (nominato dal Governo) deve continuare indisturbato nel suo progetto di disintegrazione della sanità pubblica calabrese. Eppure la normativa a tutela dei diritti dei territori economicamente svantaggiati esiste da ben cinque anni; infatti il D.M. del 26 novembre 2010, prima, e il d.lgs. n. 88 del 31 maggio 2011, poi, hanno ribadito quanto già sancito dalla Costituzione. Ovvero, l’obbligo in capo allo Stato di destinare risorse aggiuntive ed interventi speciali per i territori bisognosi di interventi infrastrutturali, in particolare concernenti le strutture sanitarie, assistenziali e scolastiche, oltre che portuali e aeroportuali, le reti stradali, autostradali, ferroviarie, idriche, elettriche, di trasporto e distribuzione del gas, nonché i servizi di trasporto pubblico locale e il collegamento con le isole. Nulla di ciò è stato fatto a Crotone – come in gran parte del territorio nazionale – e le disposizioni contenute nei citati provvedimenti normativi sono rimasti lettera morta.
Alla colpevole inerzia del Governo centrale va aggiunta la reiterata incapacità di Regione ed enti locali di ottenere finanziamenti europei per la realizzazione di progetti destinati all’affievolimento del divario infrastrutturale con le Regioni c.d. “ricche” alle quali vengono pagate le prestazioni sanitarie per le quali le strutture calabresi non riescono ad offrire standard accettabili. Viene da dire oltre al danno anche la beffa, in quanto il mancato allineamento dei territori della Repubblica sotto il profilo della dotazione infrastrutturale fa sì che gli enti locali non possano prescindere dalle risorse derivanti dalla fiscalità integrativa attivabile a discrezione dei vari livelli istituzionali. Ciò comporta che i territori con minor reddito abbiano una pressione fiscale maggiore rispetto ai territori economicamente più sviluppati.
Una forte denuncia di un così grande disinteressamento dei diritti della cittadinanza crotonese, per i quali la legge dispone un comportamento attivo da parte delle amministrazioni centrali (in primis) e locali, appare più che mai necessaria. L’attuazione della normativa vigente è, quindi, un augurio e una speranza da parte di cittadini troppo spesso trattati come contribuenti di serie B, nonostante il sogno della Serie A sembra potersi, finalmente, realizzare.